Entro in pasticceria, sempre in punta di piedi. In particolar modo in quelle pasticciere artigiane, vecchio stile, in cui intravedi il gran maestro all’opera. Lì con gli ultimi ritocchi sulle frolle appena uscite dal forno o l’adagio posizionamento della frutta sulla crostata in realizzazione.
Sono luoghi mistici, dove si può soddisfare la vista, l’olfatto e lo stomaco.
Pochi giorni fa ricordavo con mia moglie, complice ideale per queste glicemiche fughe, un fantastico dolce che avevamo mangiato per le strade di Parigi.
La gouffre, una delicata pastasfoglia che si presenta come una scacchiera, ove però gli spazi sono concavi e vengono riempiti da una colata di cioccolato fuso. Ancor prima di addentarla, si intravede le potenzialità della delizia. Tenendola in mano, si sente sui polpastrelli il tepore dato dalla cialda appena scaldata sulla piastra. E poi, si raggiunge il culmine quando il primo boccone raggiunge il palato. Incredibile.
Emozioni simili le ho raggiunte solo girando per la Sicilia. Ma questa è un’altra storia.
Bon Appetit!
1 commenti:
Marito della Adele vero?
mi sache vi devo ivitare a casa a mangiare le cialde, perchè ebbene sì ho pre la piastra per farle
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