mercoledì 10 febbraio 2010

Carlo & Gabri: una coppia creativa - Parte seconda


Leggi la prima parte

ILBETTA: “Carlo oltre alla tua attività di designer so che ti stai confrontando anche su altri fronti. Al telefono mi dicevi che stanno per ripartire dei tuoi corsi presso il carcere di Venezia. Cosa rappresenta per te un’esperienza di questo tipo?”

CARLO: Ho l’esigenza di comprendere il mondo che mi sta attorno, mi affascinano soprattutto le storie border line. Tutto è nato da un incontro con uno psicologo del comune di Venezia, Claudio Vio. Nel modo più spontaneo e naturale possibile è nata questa collaborazione. Oramai è già dal 2006 che organizziamo laboratori di disegno, pittura, nel 2009 siamo riusciti anche a coinvolgere la Gabri, organizzando un laboratorio di ceramica. I ragazzi erano felicissimi, ma la magia più bella è l’energia che ti regalano loro, paradossalmente, abbiamo più soddisfazione con dei “delinquenti” che con le persone normali. Ti apprezzano di più, forse perché non li giudichiamo ma cerchiamo semplicemente di trasmettere dell’energia positiva che li porti fuori dall’incubo del carcere, almeno per 2 ore alla settimana. Quando usciamo dai laboratori siamo carichi di emozioni positive. Tutto ciò si trasmette di conseguenza anche nella vita e nella professione."


ILBETTA: “Invece ora parlami di Mestre Sweet City. A che punto è questo progetto? Quando me ne avevi parlato circa un anno fa, era ancora in fase embrionale, ma mi aveva subito colpito. Anzi forse ti avevo addirittura detto che se fossi stato un investitore istituzionale, un’azienda che cerca modi differenti per comunicare, non ci avrei pensato due volte a finanziare questo progetto. Come sta andando?”

CARLO: “Vedo che hai una buona memoria. Assieme ad Alvise e Alessandro, due architetti mestrini, stiamo portando avanti quello che molte persone, anche inconsciamente si chiedono nei confronti del proprio ambiente urbano; cosa possiamo fare per la nostra città? mestresweetcity.org è la nostra palestra del dopo lavoro. La missione che ci siamo prefissati è di rigenerare le zone abbandonate della città. possibilmente in modo omeopatico, non troppo invasivo e con un budget adeguato ai tempi, ovvero massima resa e minima spesa.


ILBETTA: “Infine se non sbaglio c’è un’iniziativa collegata al tuo vecchio Istituto d’Arte di Castelmassa, il luogo che ti ha visto crescere, creativamente parlando. Cos’è l’attività relativa all’Anniversary dei 30 anni?”

CARLONon so ancora bene come porteremo avanti questo ultimo progetto, mi sembra che si tratti di una sorta di Remeber Yesterday, dove i vecchi compagni della quinta del 1985 cercheranno di manifestare attraverso un video riassuntivo la nostra esperienza e le caratteristiche della scuola stessa, cercando di non dimenticarci di far dialogare l’istituto d’arte con il territorio polesano. Il risultato verrà presentato nel nuovo spazio multiculturale di Castelmassa, all’epoca teatro di un murales eseguito dagli alunni, tra i quali il sottoscritto della mitica 5° che ti dicevo. Mai dimenticarsi da dove veniamo!


Intanto arriva anche la Gabri. E’ raggiante. Nel suo sguardo s’intravede la gioia di qualcuno che ha appena fatto una sua piccola conquista. Non le lascio nemmeno il tempo di togliersi la giacca che inevitabilmente le chiedo a cosa è dovuta tale euforia.

GABRI: “Sai sto aprendo il mio studio finalmente! E' vero che da qualche anno lavoro già in casa, ma mi si è presentata l’occasione di allestire uno studio fuori e ho accettato pensando in questo modo di poter dedicare un po’ più di tempo alla mia passione. Questo spazio è fantastico perché è collocato all’interno di un vecchio forte ed è immerso nel verde. Perfetto per poter finalmente lavorare un po’ anche con la techica raku che deve essere fatta En Plein Air”.


ILBETTA: “Ma questa associazione, questo laboratorio, lo vedi un punto di arrivo oppure è solo una tappa intermedia per qualcosa di più grande? Quali sono le tue aspettative a riguardo?”

GABRI: Ottima domanda! Questo laboratorio è infatti un’associazione di cerativi che permette a me ed alle mie socie di sviluppare una passione, quella appunto della ceramica, ma che mette anche a disposizione di chiunque voglia in un qualche modo fare arte, di avere un luogo nel quale presentarsi attraverso mostre, corsi, performance, incontri. La Fata Concreta è pensata come luogo fatato che come per magia riesce a concretizzare i sogni degli artisti che qui, con estrema semplicità e libertà, possano dare spessore alla propria creatività.

Come vedi per me è un punto d’arrivo anche se essendo ancora in fase embrionale deve diventare qualcosa di più grande. ”


ILBETTA: “Gabri, ma come ci si avvicina alla scultura, al mondo della ceramica? Diciamo pure che non è una delle prime passioni che vengono in mente ad una persona. Com’è avvenuto il tuo “primo incontro”?”

GABRI: “Mah! Non ricordo come sia avvenuto il mio primo incontro con la scultura, immagino che sia sempre stata una necessità per me quella di divertirmi utilizzando dei materiali e creandone qualcosa. Già da piccola preferivo creare delle barchette con i gusci delle noci piuttosto che giocare con le bambole.

Non mi definirei però una scultrice, mi sento di più un’artigiana, una ceramista che non ama seguire le tecniche e l’estetica della tradizione, preferisco sperimentare e divertirmi con le forme e con i colori creando oggetti che partono dallo studio del movimento delle forme e delle creature della natura.

Le passioni non ti vengono in mente, partono piuttosto dal tuo corpo e nel mio caso le mani hanno sentito il bisogno di entrare in contatto con l’argilla e di imparare a conoscerla e ad avere un rapporto con lei.


ILBETTA: “Quanto è vero che parte delle tue realizzazioni arrivano anche da errori? Cioè sperimentando tecniche e forme nuove ti sei ritrovata su percorsi alternativi di scultura. Se fosse così, mi confermeresti l’importanza della rivalutazione dell’errore.”

GABRI: “L’errore è fondamentale nella lavorazione e nella decorazione della ceramica, nel modo in cui io mi metto in gioco in questo mondo io vivo di errori e sono a loro molto grata. Mi spiego meglio, io lavoro in modo empirico, non provengo da una scuola di ceramica e tutto ciò che so lo devo al tempo che ho trascorso con persone che hanno la mia stessa passione, agli scambi di esperienze e quindi di errori, quindi spesso alla scoperta di nuove tecniche di decorazione provenienti dai nostri errori. Ciò che si ottiene dalla sperimentazione non è sempre bello, ma è sempre utile ed eventualmente utilizzabile diversamente ed in altri momenti allo scopo di ottenere qualcosa di bello.


In alto "La foglia" una delle opere realizzate da Gabriella Scarpa

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La fogliolona ce l'ho anche io ... semplicemente deliziosa ;)) ...brava Gabri :))) by Adè

Fred ha detto...

Anche io a mio modo ho una fogliolona...

http://www.flickr.com/photos/fred_vr/4058673122/

Ancora bravi Carlo e Gabri!

Anonimo ha detto...

Io invece la fogliolona non ce l'ho ma un giorno lo accarezzata... semplicemente un capolavoro! Complimenti ragazzi siete una gran coppia di favolosi creatori:)ciao ciao sister

Anonimo ha detto...

Bella l'attivita' nelle carceri e mestresweetcity.org. Entrate in politica?