martedì 23 febbraio 2010

Nico, il ragazzo che tracciava il campo - Parte prima


Arrivava attorno alle 18.30. Forse il momento più bello per chi vive la spiaggia d’estate. Il sole ancora alto, ma non sufficientemente per emanare il suo completo calore. Il mare che rallenta il suo battito ondoso e si riappropria di un intenso colore blu. Infine le famiglie, che iniziano i preparativi per tornarsene a casa, richiamando le orde di bambini sparsi per una doccia poco desiderata e cercando di ridare una sembianza d’ordine ad una capanna che li ha ospitati generosamente.

In questo apparente ritorno alla tranquillità e convocato un gruppo di amici, lui iniziava a tracciare metodicamente le righe di un campo degno di ospitare i migliori incontri visti sulle spiagge di Copacabana. Quattro, cinque o sei per squadra e poi si dava inizio ad epiche sfide calcistiche. Questo accadeva ogni sera, per l’intera stagione balneare.

Quel ragazzo, all’anagrafe Nicola Cannata, sulle spiagge adibite a campi da calcio Nico, ancora oggi è protagonista di importanti match. A caratterizzare le sue partite oggi però non sono più il pallone e la sabbia, ma la ricerca, l’insegnamento universitario e le aziende innovative.

Lo recupero telefonicamente alla stazione ferroviaria di Civitanova Marche in uno dei suoi tanti trasferimenti per raggiungere la sua Università, a Camerino. Approfittando anche della mezz’ora d’attesa per la sua prossima coincidenza, iniziamo a chiacchierare e a fare il punto sulla sua situazione di ricercatore e non solo.


ILBETTA: “Toglimi subito una curiosità. Cosa c’entri con la scoperta del genoma. Qual è stato il tuo contributo?”

NICO: “Benché un premio nobel italiano, Renato Dulbecco, sia stato tra i proponenti del progetto Genoma Umano già nel 1986, è triste dire che poi di fatto l’Italia non ha partecipato direttamente al consorzio internazionale che nel 2000 ha ottenuto la prima sequenza (quasi) completa del DNA presente nel nucleo delle cellule umane. Durante quegli anni, nel gruppo di ricerca dell’Università di Padova presso cui lavoravo, siamo comunque riusciti a realizzare un catalogo (in termini tecnici, un database) di migliaia di geni che abbiamo identificato come attivati (“trascritti”) nei muscoli umani. La ricerca fu finanziata da Telethon, che ogni anno raccoglie, principalmente attraverso la televisione, fondi per finanziare la ricerca sulle malattie genetiche. E’ grazie anche ad organizzazioni come questa ed alla generosità di molti italiani che la ricerca può sopravvivere in Italia. Infatti buona parte di questi soldi, come avvenne per me, servono a pagare borse di studio e contratti di collaborazione a tanti giovani ricercatori (precari).

ILBETTA: “Tu oggi ricopri diversi ruoli professionali strettamente collegati. Partendo appunto dalla figura di ricercatore, riesci a spiegare ad uno come me, poco avvezzo alle conoscenze scientifiche, in cosa consiste il tuo lavoro?”

NICO: “Un ricercatore legge e studia molto, soprattutto articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali che presentano nuove scoperte o riassumono lo “stato dell’arte” in un particolare settore della scienza. Non abbiamo orari di lavoro perché si può dire che siamo costantemente in azione 24 ore su 24, 7 giorni su 7. E’ difficile “spegnere” il cervello, anche durante i periodi di vacanza o addirittura prima di addormentarsi. Nel fondo della nostra mente c’è sempre un problema da risolvere, una spiegazione da trovare, un concetto da elaborare. E talvolta la soluzione fa capolino nei momenti più impensati, magari durante un viaggio o nel mezzo di una notte insonne. Una parte del mio lavoro, faticosa ma piacevole e che dà molte soddisfazioni, è poi la docenza universitaria.

Continua domani

7 commenti:

Anonimo ha detto...

E sono orgogliosa di dire che quando il Nico tracciava il campo (e lo fa tutt`ora) io c`ero!!! By adè

Anonimo ha detto...

In qualità di testimone diretto posso confermare tutto... non sul genoma ovviamente, su quello vado a fiducia. In quel campo spesso sgambettava anche Ilbetta, terzino arcigno difficilmente superabile, alla Gentile per intenderci (con in più la difficoltà che giocando in spiaggia non c'erano magliette cui aggrapparsi). Bei tempi

ele ha detto...

GRANDEEEE NICO!!! anch'io c'ero, e sono orgogliosissima di poterlo dire,ero una ragazzina sbarazzina ed anche sfacciata (mannaggia a me) ma lui "IL NICO" era irremovibile, alle 18 in punto tracciava il campo e chi c'era c'era (donne comprese)...ed ora dopo aver lasciato tante traccie sulla sabbia, sicuramente traccerà il futuro dell'uomo grazie alla sua dedizione alla ricerca...GRAZIE

Anonimo ha detto...

Io non ho mai visto Nico tracciare il campo ma una cosa è certa... è fantastico sentire un giovane così ammirevole nella sua volontà di aiutare il prossimo!Questo è il futuro,complimenti...

Anonimo ha detto...

Prima o poi spero di vedere Nico tracciare questo famoso campo. Nel frattempo mi limito a ringraziarlo per riuscire a dare speranze a questo futuro incerto...Complimenti per il tuo percorso e infiniti auguri! Bravo Betta che dai luce e spazio a persone speciali e meritevoli... ciao sister

Anonimo ha detto...

Anch'io c'ero!
"C'è il Nico in spiaggia?" "Sì" "Bene, allora vuol dire che è arrivata l'estate"...mitico il Nico, anzi, direi celtico!!! (Chiedere a lui per ragguagli)
Giuly

Matteo ha detto...

Eh si, come dimenticare quelle immagini scolpite nella mia memoria come il david di michelangelo, quel sole basso all'orizzonte ed un uomo a tracciare il campo tra bagnasciuga e mare... Ricordo come fosse ora la Convocazione, tramite sms, pochi o tanti che fossimo Nico era sempre lì a tracciare il campo quasi fosse un rito arcaico, una gestualità sottile ed elegante che sembrava ripetersi da sempre... Si rispondeva quasi sempre con un sì ricco di emozione, all'arrivo eravamo tutti operai al servizio del campo da tracciare insieme a lui Nico... Merito all'uomo,al tracciatore, al ricercatore... Pensieri ancora vivi che confidano in un nostalgico ritorno, magari già quest'estate, al rito magico del campo e delle sue sfide...
Un abbraccio profondo al mio Capitano... Il tuo soldatino Matteo

P.S. Non montarti troppo la testa che abbiamo tutti esagerato le cose per farti fare bella figura... Eh Eh... Ciao Nico!!!
Andrea complimenti davvero per il blog!!!