martedì 16 marzo 2010

Nicola Farronato "Qui Bassano, a Voi la linea... resto del Mondo" - Parte prima

“… scusa, ma vedo che anche a te piace lavorare in un ambiente familiare… se non erro è la cucina quella che vedo alle tue spalle?”.

Inizia così la chiacchierata con Nicola Farronato, che non è un cuoco, d’altronde fa un utilizzo “improprio” del tavolo da pranzo adibito a scrivania e dei cassetti delle posate come raccoglitori di appunti.

Nicola effettivamente si trova nella cucina di casa sua, a Bassano del Grappa, quando lo raggiungo via Skype, ma con il suo computer sta dialogando con il mondo. Svelato che non è un esperto ai fornelli, almeno non professionalmente parlando, di cosa si occupa?

Beh effettivamente possiamo parlare di ricette con lui, con questa tipologia d’ingredienti però: tecnologia, innovazione, imprenditoria, web e start-up. Se a tutto ciò aggiungete un pizzico di creatività del nord/est e una buona dose di spirito californiano il gioco è fatto. Che dite è il profilo per un soggetto da copertina di Wired? Perché no, potremmo proporglielo al direttore di Wired Italia Riccardo Luna.


ILBETTA: “Nicola, dalla California all’economia veneta, l’impatto non dev’essere semplice. Non parlo tanto in termini di jet lag, ma di approccio culturale al fare impresa qui da noi. Prima di capire meglio cosa stai combinando nella tua cucina di Bassano, facciamo un passo indietro e raccontami qual è stato il tuo percorso professionale”.

Nicola: “Certo, cominciamo dall'inizio, disse il Re con tono grave. Va avanti finchè arrivi alla fine, e li … non fermarti! Parto dalla fine per risalire all'inizio, citando (e scombinando) una frase celebre di Alice nel Paese delle Meraviglie. Il motivo non è solo la recentissima uscita del film nelle sale, bensì il fatto che molto del mio percorso ruota attorno a questo inizio, come pure questa fine. Prima di tutto volevo fare il manager, sai di quelli con la valigetta sempre in mano che viaggiano in lungo e in largo senza sosta; e così da adolescente mi esercitavo con le cartine geografiche più disparate, in maniera da prepararmi al grande salto in quella realtà, un giorno... un giorno quel giorno è arrivato, mi chiamano in direzione un venerdì, e mi dicono cosa avevo da fare il lunedì seguente. Fatto sta che con mio incredulo indugio iniziale dopo poche ore ero imbarcato per Tokyo e passavo dal bianco del Grappa, a quello del Fuji... :) strano ma vero da quell'inizio mi sono fermato dieci anni dopo, nel senso che sono andato a riguardarmi nel dizionario cosa voleva dire manager, e ho cambiato lavoro perchè io, a dire il vero, non volevo fare quello... almeno farlo così! In questi primi dieci anni professionali, dopo un po' di missioni commerciali all'estero (ca. 150), ho aperto una parentesi californiana, è vero: il tempo di fare un giro nel campus di UCLA e segnare nel tabellino il mio primo fallimento da aspirante imprenditore (in Silicon Valley dicono che ce ne tocca 7 a testa!), finito come era ancora prima di cominciare un tentativo di aprire una società sulla costa di LA nel settore food&beverage".


ILBETTA: “Quindi da queste tue esperienze in giro per il mondo, dai tuoi continui viaggi, sei riuscito a farti “contaminare” culturalmente da tutto ciò che ti accadeva intorno. I tuo spostamenti di lavoro sono diventati anche delle occasioni per incontrare nuove realtà, nuove persone?”

Nicola: “Questo sicuramente, il viaggio ti espone a moltissime contaminazioni, il dove ti portano lo devi decifrare tu. Nel mio caso posso dire di aver conosciuto persone eccezionali, e di poter raccontare tantissimi aneddoti simpatici su questi incontri... dagli upgrades in business class a fianco di CEO della Grande Mela, fino ai più stravaganti randevouz con artisti e imprenditori sociali bohèmien di Berlino. Non è solo una questione di spazio però, non finisce nel ristorante, hotel o aeroporto di turno, l'esperienza. Anzi, alle volte lo spostamento portato all'estremo ti può limitare, non ti permette di soffermarti e di cogliere sfumature di dettagli che fanno la differenza, nel costruire relazioni che durano oltre l'euforia iniziale”.


In alto a sinistra il logo di Smile@Work, uno dei primi progetti di Nicola Farronato, considerato uno dei progetti più innovativi del 2006


Continua domani

4 commenti:

LaManu ha detto...

smile @ work is the new lifestyle :)

roberta virago ha detto...

Crederci! Solo se ci credi hai la forza e l'entusiasmo di cambiare le cose! Vai Nikki!!

Unknown ha detto...

Chi scusate? Nicola??? Sulla copertina di Wired? AH AH AH. C'mon, just be serious ok?

Ovviamente scherzo. Bravi Nikki e ilBetta!

Anonimo ha detto...

Pure questo personaggio Betta non scherza quanto a simpatia e audacia.La curiosità è fortissima:)))