mercoledì 14 aprile 2010

Chiara Meattelli: London Calling - Parte seconda

Photo: dal reportage sulle Dancehall, Kingston, Jamaica. ©Chiara Meattelli

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ILBETTA: “Nel 2006 però torni a Londra. Inizi un nuovo lavoro come assistente editor di una ADV Agency, ma soprattutto cosa più importante inizi a scrivere le tue prime recensioni per il magazine musicale Buscadero. Ti ricordi ancora quel momento?”

Chiara: "Ricordo il primo concerto visto per lavoro: i Pearl Jam nel piccolo teatro dell’Astoria – ora demolito - i fan erano pronti ad uccidere per avere un biglietto. Sentivo addosso una gran responsabilità, come se la mia recensione avesse l’importanza di una risoluzione delle Nazioni Unite! Per scriverla devo averci impiegato una giornata intera. Ho provato a rileggerla di recente, sembra un compitino delle medie. Fa davvero uno strano effetto, sembra una vita fa!"


ILBETTA: “Con quella prima recensione sui Pearl Jam, ti rendevi conto che stavi per intraprendere il percorso più adatto alla tua persona o lo consideravi solo una buona opportunità per seguire la tua passione musicale?”

Chiara: "Non pensavo certo di poter campare di scrittura e fotografia. Il mio lavoro era agli uffici della ADV agency in Carnaby Street, mentre le recensioni per il Busca, i concerti e le prime foto di show dal vivo erano solo un modo per sentirmi ancora viva e creativa dopo aver svolto per 8 ore un lavoro che non mi soddisfaceva affatto".


ILBETTA: “Poi però, dopo un anno ti sei trovata tutta d’un tratto senza lavoro. E’ li, in quella situazione di drastico cambiamento, che ti sei chiesta cosa volevi fare da grande?”

Chiara: "Beh, quando da un giorno all’altro ti trovi senza lavoro e senza risparmi e un affitto da pagare nella città più costosa del mondo, ti prende un panico atroce! Soprattutto quando sai che non potresti mai tornare indietro in Italia, perché non la senti più tua e lì non sapresti nemmeno dove iniziare per cercare lavoro. Cosa fare da grande me l’ero già chiesta prima, quando ero tornata dal Colorado e l’uomo che pensavo di sposare non era più nella mia vita. Lì ero davvero perduta, mi sono dovuta smontare pezzo per pezzo, ricostruire e ricominciare da zero. Ma non avevo né tempo né denaro per cercare “il lavoro dei miei sogni” (e non sapevo nemmeno quale fosse) e quell’impiego in ufficio arrivò proprio al momento giusto, non potevo permettermi di rifiutarlo. E se non avessero licenziato la mia “capa”, e di conseguenza anche me, forse non avrei mai trovato il coraggio di buttarmi e provare a fare quel che davvero mi piace".


ILBETTA: “Infatti la tua tenacia e la tua passione ti hanno portata a fine 2007 a entrare in contatto con Rolling Stone Italia. Cosa hai provato quando hai visto il tuo primo articolo pubblicato?”

Chiara: "Tenacia e passione sicuro ma non dimenticarti il tempismo, una variante fondamentale! La mia email totalmente casuale alla redazione del Rolling Stone era, infatti, arrivata non solo nel giorno giusto ma anche nel momento giusto stando a quanto mi è stato poi detto al colloquio… Il primo articolo, pubblicato sul web, era un’intervista a uno dei gruppi che avevo molto amato durante i primi anni di Londra, i Black Rebel Motorcycle Club. Sembrava un sogno essere pagata per parlare con uno dei miei chitarristi preferiti, Peter Hayes. Quando poi ho visto il primo articolo stampato su carta, mi pare fosse un’intervista all’attore Robert Carlyle, mi sembrava ancora più inverosimile e ho cominciato anche a crederci un po’…".


ILBETTA: “E dopo i magazine specializzati sono arrivati anche i quotidiani. Ora se non sbaglio la tua “penna” trova spazio anche sul Il Secolo XIX?”

Chiara: "Sì, ora sono corrispondente per il Secolo XIX, mi occupo di spettacolo, cultura e attualità. Mi danno grandi spazi, pagine intere e sono molto ricettivi alle mie proposte. Inoltre il ritmo serrato e continuo di un quotidiano è una palestra fondamentale per migliorare la mia scrittura, sento di imparare molto".

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Che tenacia questa ragazza... Brava Chiara, sei riuscita a conquistarti un lavoro da sogno! Devo ammettere che spesso dalle esperienze difficili emergono le vere qualità delle persone!! ciao ciao