martedì 15 giugno 2010

A 23 anni sulla cima del mondo: Tamara Lunger - Parte prima

Tamara Lunger sulla cima nepalese del Lhotse

Sono le 10.23 sul Lhotse a quota 8.516 metri quando arriva Tamara Lunger. Chissà cosa ha provato la ventitreenne altoatesina quando dalla quarta cima più alta del mondo guardava il panorama che la circondava.

La storia di Tamara è un sogno che si realizza. Lei che è nata tra le montagne, lei che ama le montagne, lei che ha sempre desiderato scalare un 8.000, per lei quel fatidico giorno è arrivato.

Campionessa di scialpinismo e realtà dell’alpinismo moderno, Tamara Lunger dal suo amato Alto Adige ne ha fatta di strada. La maggior parte in salita, ma è questo che piace a lei. Che siano gare, che sia il vivere la montagna, la fatica non la spaventa, anzi le riempie il cuore di gioia.

La raggiungo telefonicamente il giorno dopo il suo rientro in Italia. Sono curioso, voglio capire che cosa può spingere una giovane ragazza a compiere una sfida così importante. Voglio conoscere le motivazioni di Tamara. Voglio sentire le emozioni che stanno dietro alla realizzazione di un sogno.


ILBETTA: “Tamara cosa pensava la tua mente e cosa vedevano i tuoi occhi quando sei arrivata sulla vetta del Lhotse?”

Tamara: “La mia mente era più calma di quanto mi aspettassi. Mi è anche scesa una lacrima, ma non mi sono lasciata andare alle emozioni. Più che altro avevo fretta di fare alcune belle foto. Non guardavo tanto nemmeno il panorama. Eravamo in cima in sette, tantini per quella piccola piazzola della vetta, e ognuno voleva fare le sue foto e poi era ora di iniziare la discesa, perché dovevamo andare ancora fino a campo 2. Ma comunque la mia mente era distesa, finalmente, dopo questo lungo periodo di attesa, periodo che non amo molto trascorrere…


ILBETTA: “Ma ti sei resa conto in quel momento che stabilivi un record, la più giovane alpinista femmina a scalare la vetta nepalese?”

Tamara: “Sì lo sapevo che sarei stata la donna più giovane a scalare quella montagna. Ma mentre andavo su con altre due donne, non pensavo a questo, mi sentivo una donna come altre che voleva scalare quella montagna...


ILBETTA: “Quand’è stato il momento in cui hai capito che avresti potuto farcela?”

Tamara: “Avevo tanti dubbi durante il periodo di preparazione, anche perché avevo tanti problemi di salute sia prima sia durante la spedizione. Poi era morto anche un russo. Ma cercavo sempre di concentrarmi sulle mie forze fisiche e mentali. Già quando sono partita da casa sapevo che ce l’avrei potuta fare, salvo qualche imprevisto. Il giorno quando sono partita per la vetta dal campo base ero già convinta che ce l’avrei potuta fare.


ILBETTA: “Invece non c’è mai stato un momento nel quale ti sei chiesta ‘chi me l’ha fatto fare’?”

Tamara: “Solo quando è morto il russo. Lì pensavo se quello era veramente il mio sogno. Ma poi ho preso sherpa e ossigeno utili in caso di emergenza e ho ripreso coraggio.


ILBETTA: “Per chi non è alpinista o comunque è lontano dal mondo della montagna questo tipo d’imprese potrebbero sembrare troppo rischiose. Dal tuo punto di vista cosa ne pensi e quali precauzioni adotti?”

Tamara: “Io non sono una ragazza paurosa. È la mia passione e quindi sono sicura in quello che faccio e che voglio fare. Vado in montagna non con paura, ma con rispetto e prudenza. Se mi viene la paura so, che devo tornare indietro, altrimenti il corpo si blocca e fai difficoltà a proseguire.


Continua domani

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Che emozione riesce a trasmettere questa giovanissima e coraggiosa ragazza. Si coglie un forte entusiasmo in questa impresa ma sopratutto la realizzazione di un sogno a lungo desiderato... Complimenti Tamara per la tua fantastica avventura!!! ciao sister