martedì 5 aprile 2011

Mitumba

Ieri sera ho visto questo straordinario documentario di Raffaele Brunetti. E' il viaggio di una maglietta dal nord della Germania fino all'Africa Nera. Dal suo deposito nel cassonetto per la raccolta degli abiti usati, per poi essere regalata, raccolta, venduta e acquistata varie volte.


Al di là del racconto di questa pellicola, che se non avete fatto ve ne consiglio la visione, fa riflettere ancora una volta l'approccio consumistico che abbiamo nei confronti delle cose. Costretti a buttare via capi ancora in buono stato per far posto ad altri. Più nuovi. Più alla moda soprattutto.


In questo circo del compro/indosso/cambio per fortuna mi sento in parte solo spettatore. Ho da qualche anno adottato il 3-3-3-2. Non è uno schema di gioco, ma vi si avvicina. Tre t-shirt. Tre camicie. Tre pantaloni e due paia di scarpe. 


A questo approccio ci sono arrivato principalmente per tre motivi. Neanche più di tanto nobili.


Pigrizia. Trascinarmi in un negozio è uno dei sacrifici maggiori ai quali possa essere sottoposto. E' uno spostamento che se non viene improvvisato, difficilmente viene pianificato.


Spazio. L'avevo accennato qualche giorno fa parlando del cambio degli armadi. L'area a me riservata è alquanto limitata. O riesco a farci stare tutto lì, altrimenti il rischio è quello di trovarmi qualche capo nascosto tra le lenzuola.


Sentimentalista. Mi affeziono alle mie cose. Non tanto in termini di possesso, ma quanto d'identità. Essendo così pochi i capi a disposizione, c'è una selezione naturale a monte. Quelli che ho mi rappresentano appieno. Meglio di così. 


Per concludere c'è altra componente a mio favore. Il mare. Domenica scorsa ho inaugurato ufficialmente la stagione balneare e in spiaggia non si necessità di grandi sfilate di collezione. Maglietta, pantaloncino corto e birkenstock ai piedi e il gioco è fatto.


Meditate gente, meditate.




4 commenti:

Firuzeh ha detto...

Hai ragione IlBetta...ma tu vivi al mare..ed è più facile fare quello che dici tu....metto molto spesso miei indumenti usati in quelle scatole gialle...sperando ardentemente in una loro successiva interessante vita!

Anonimo ha detto...

una proposta...facciamo un film di come i vestiti dei tuoi figli finiscono al mio piccino! il viaggio è più breve, ma meriterebbe. ahahahah

Anonimo ha detto...

abbiamo fatto un ritrovo dell'università e una ex compagna mi ha detto: "sembri uguale, anche il tuo giaccone di goretex sembra uguale, ma è impossibile...era il 1994". Non ho voluto deluderla...ma niente è impossibile, è ancora lo stesso!

Anonimo ha detto...

Il viaggio di questa maglietta fa davvero meditare...la mia umile speranza è che almeno quello che mettiamo da parte vada a buon fine!!!