lunedì 23 maggio 2011

Paura, conoscenza e scogli

Ho appena terminato di vedere uno spaccato di vita reale. Niente insulti. Nessun proclamo. Non c'erano voti da accaparrarsi. Bensì storie, speranze e tanti difficoltà. La Gabanelli con Report è riuscita ancora una volta a presentare quali sono le vere problematiche di un Paese che non è in grado di sostenere la sua più grande ricchezza: i giovani.


Mentre passano i racconti di tanti talenti italiani che hanno dovuto abbandonare la penisola per costruirsi un futuro professionale (e privato), il teatro della politica continua il suo cabaret elettorale.


E pensare che venivo da un fine settimana esaltante. Un video di Chris Anderson, proiettato in una gremita sala della Fondazione Querini Stampalia, dava il benvenuto al TEDx Venezia. Dopodiché in un susseguirsi di positive emozioni, gli speakers prendevano parola sul tema Art & Management.


Già proprio così si è parlato di arte. Arte come mezzo di comunicazione. Arte come cultura. Arte come modo per innovare. E perché no, arte come strumento di reddito. Come incremento del PIL di una nazione. Peccato che anche questo, sia un tema che non interessa veramente alla nostra classe dirigente. 


Ancora una volta la contrapposizione. L'energia - giovani/arte/creatività - che si scontra con l'inerzia. Politica lontana da un mondo reale.


Ma sono fiducioso. Paura, conoscenza e scogli sono le tre parole con le quali si è conclusa questa prima sessione veneziana di TED. Tre parole che se ben analizzate permettono di guardare avanti. Di affrontare in modo determinato i propri progetti. 


L'importante è superare le ansie iniziali intrinseche nell'intraprendere un percorso. Non aver paura di sbagliare. Non aver paura di qualcosa di nuovo.


Mai smettere di imparare. Alimentare in modo continuativo le proprie curiosità. Conoscere per ampliare i propri orizzonti.


Ed infine gli scogli. Individuati, è necessario superarli. Anche le montagne più insidiose, non sono nulla rispetto alla forza dei sogni.


Ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare.

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