mercoledì 27 luglio 2011

La bidimensionalità del tempo

Ieri un amico mi ha segnalato un breve spezzone di un film a me noto e caro. La pellicola è 32 dicembre, diretta e interpretata da Luciano De Crescenzo. Mentre la scena in questione è quella relativa alla bidimensionalità del tempo.


Semplice, intuitiva, forse addirittura banale, ma per questo così tremendamente vera e reale. Che il tempo sia un'emozione da vivere in due direzioni diverse, lunghezza e larghezza è risaputo, peccato però che raramente siano perseguite entrambe le traiettorie.


Il concetto di allargare la vita e non la ricerca spasmodica di allungarla è eloquente. La capacità di vivere intensamente gli alti e i bassi della nostra esistenza ha qualcosa di soprannaturale più che essere una dotazione naturale.


Non si tratta di fare chissà quali cose per rendere la vita eccitante, ma di essere ancora in grado di emozionarsi. Per far questo ci vuole molta lucidità. Quella lucidità in grado di dare valore a ciò che vediamo. Facciamo. Sentiamo.


Immagino un'agenda in grado non solo di ricordarci gli impegni e gli appuntamenti, ma che abbia anche dei grandi spazi bianchi a disposizione, in modo tale da contenere il resoconto emozionale delle nostre giornate. Forse più che un'agenda servirebbe un diario.


Ma ancor prima di trascrivere ciò che è stato del nostro tempo, ricordarsi di accendere i recettori delle vibrazioni vitali. Prima ci occupiamo di vivere e poi di raccontare.




1 commenti:

Anonimo ha detto...

wow, grazie Betta. Mi hai ricordato le mie letture estive di de Crescenzo! te lo ricordi quello sui filosofi? il film non l'ho visto, andrò proprio a vederlo! fantastica considerazione!