Ieri sono stato a pranzo con dei miei colleghi che stanno per partire per una missione. A dire il vero sono alla loro seconda spedizione ( qui potrete trovarne traccia visiva), ma dall'entusiasmo che mi hanno trasmesso nel raccontare la preparazione del tutto... è come se fosse la loro prima volta.
Si tratta di realizzare un viaggio. Un viaggio a bordo di un imponente Defender con un carico di gioia, allegria e spensieratezza, all'insegna della condivisione delle emozioni che carpiranno durante il tragitto. Non c'è un vero e proprio itinerario, se non che si parte da Asolo per arrivare oltremanica nel Regno Unito, passando per Strasburgo ed Amsterdam. Tempo a disposizione 4 giorni.
Non c'è uno scopo preciso, se non quello secondario di riportare il mezzo nella propria terra natia. Mentre troneggia la voglia di stare insieme, di fare qualcosa che gli permetta, seppur per un breve periodo, di stare a stretto contatto e assaporare lentamente tutto ciò che accadrà, imprevisti compresi.
La scelta di farlo con una macchina come è il Defender non è casuale. Oltre a essere ampia, che permette di accogliere calorosamente i partecipanti, è lenta, molto lenta. In questo viaggio non conta tanto arrivar primi alla destinazione, ma ciò che accadrà durante il tragitto.
Mi sento pienamente di sposare questa missione, perché è un pò in ritorno al significato originale che dovrebbe avere un viaggio. Come i viaggi biblici che si facevano in un tempo ormai assai lontano, privo di una motorizzazione spinta, che permettevano di tornare a casa con le valigie piene di grandiosi ricordi e non di insignificanti souvenir.
Buon viaggio!
1 commenti:
Come sarebbe a dire lenta, tanto lenta? Il Landy è un bolide, come osi dire il contrario?
Cmq è vero, in questa missione l'importante non è tanto arrivare primi, diciamo che sarà già un'impresa arrivare.
Omar
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