mercoledì 17 dicembre 2008

Le Commesse del Centro

Me la stavo prendendo comoda. Mancava ancora mezz'ora all'appuntamento per l'aperitivo.
Camminavo per il centro con un'andatura da turista, soffermandomi davanti alle diverse vetrine.
Il mio sguardo oltrepassava gli allestimenti e la mia immagine riflessa, alla ricerca delle commesse. Non tanto per ammirarne la bellezza, ma per carpirne i sentimenti.

Mancavano pochi minuti alla chiusura dei negozi. Alcune erano affaccendate a risistemare i capi sparsi dopo le diverse irruzioni dei clienti. Altre erano visibilmente accigliate dall'entrata di una nuova persona, quella che non ti compra nulla, ma che ti farà sicuramente perdere il TG delle 20. Le più fortunate si stavano già avvicinando alla cassa di chiusura.

Tutte erano accomunate da una notevole stanchezza. Il trucco ormai aveva ceduto definitivamente, nonostante i vari interventi di recupero nell'arco della giornata. Gli occhi avevano perso la brillantezza mattutina e non oso pensare come potessero stare i piedi dopo la giornata su vertiginosi trampoli.

Nonostante ciò, forse erano ancora più belle. Erano più naturali. Meno veline.
Meritevoli di elogio, perché comunque erano riuscite a mantenere il sorriso e la cordialità con tutti per una decina di ore.

Mi pento ancora quando da ragazzino andavo con gli amici il sabato pomeriggio a disturbarle, facendogli tirare fuori l'impossibile per non comprare nulla, ma era anche questo un modo diverso di entrare in contatto con loro. Diciamo pure una forma di corteggiamento.

Detto questo, auguri, visto che durante la frenesia degli acquisti natalizi chissà quanto si staranno divertendo, domeniche comprese.

"Posso esserle di aiuto?"

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