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giovedì 5 febbraio 2009

Il Caricabatterie

A stento riesco a tenere gli occhi aperti.
Il freddo fortunatamente presente all’interno dell’abitacolo, mi costringe a stare sveglio. Se solo ci fosse un po’ di tepore, credo che sarei già nel pieno del sonno.

Ho dormito poco. Quel poco, pure male.
Sono solo le 06.15. Tra circa due ore mezza avrò raggiunto l’ufficio. Al solo pensiero del lungo tragitto, mi sento ancora più stanco.

Tra vagheggi e sogni, penso a come necessiterei in questo momento di un caricabatterie. Di un alimentatore d’energia che permetta alle mie forze di ritornare a livelli di piena autonomia.

Mi metto a pensare.
Penso alla colazione che mi ridarà un po’ di energia fisica.
Penso alle cose nuove da fare, da imparare in questa nuova giornata, le quali mi forniranno nuova energia psichica.
Penso a quale canzone potrei ascoltare per avere in dotazione una buona dose di buon umore.
Ma soprattutto penso ai due bimbi a casa, quando stasera li rivedrò e con i loro sorrisi mi inebrieranno di gioia.

Direi che la carica è quasi completata.
Estraggo le mani dalle tasche del giaccone ed impugno il volante. Parto.
E che lo spettacolo del nuovo giorno abbia inizio.

martedì 23 dicembre 2008

Voglio Andar Via

Ma via da dove? Da chi?

In questi giorni prima delle lunghe vacanze natalizie, la maggior parte delle persone che incontro manifestano più o meno apertamente questo desiderio.

Staccare.
C’è un anno di stanchezza alle spalle e la si sente eccome. Tensioni lavorative, preoccupazioni personali, incertezze per il futuro.
In questo scenario non troppo fiabesco, dovremmo fare qualche riflessione.

Siamo di fronte ad un periodo di forte cambiamento. Alcuni stili di vita propinati in passato sbiadiscono. Modelli economici affermati vacillano.

Credo che tutto questo caos comunque non sia del tutto negativo. Anzi, ne vedo gli effetti positivi. Finora ci hanno insegnato che dovevamo correre, veloci, più veloci degli altri. E si sa che correndo troppo rapidamente si rischia di perdere di vista elementi importanti di ciò che ci circonda.

Rallentando un po’, avremo più lucidità per vedere attorno a noi e dentro di noi. E forse troveremo le risposte agli interrogativi iniziali. Capiremo dove vogliamo andare e con chi.

mercoledì 17 dicembre 2008

Le Commesse del Centro

Me la stavo prendendo comoda. Mancava ancora mezz'ora all'appuntamento per l'aperitivo.
Camminavo per il centro con un'andatura da turista, soffermandomi davanti alle diverse vetrine.
Il mio sguardo oltrepassava gli allestimenti e la mia immagine riflessa, alla ricerca delle commesse. Non tanto per ammirarne la bellezza, ma per carpirne i sentimenti.

Mancavano pochi minuti alla chiusura dei negozi. Alcune erano affaccendate a risistemare i capi sparsi dopo le diverse irruzioni dei clienti. Altre erano visibilmente accigliate dall'entrata di una nuova persona, quella che non ti compra nulla, ma che ti farà sicuramente perdere il TG delle 20. Le più fortunate si stavano già avvicinando alla cassa di chiusura.

Tutte erano accomunate da una notevole stanchezza. Il trucco ormai aveva ceduto definitivamente, nonostante i vari interventi di recupero nell'arco della giornata. Gli occhi avevano perso la brillantezza mattutina e non oso pensare come potessero stare i piedi dopo la giornata su vertiginosi trampoli.

Nonostante ciò, forse erano ancora più belle. Erano più naturali. Meno veline.
Meritevoli di elogio, perché comunque erano riuscite a mantenere il sorriso e la cordialità con tutti per una decina di ore.

Mi pento ancora quando da ragazzino andavo con gli amici il sabato pomeriggio a disturbarle, facendogli tirare fuori l'impossibile per non comprare nulla, ma era anche questo un modo diverso di entrare in contatto con loro. Diciamo pure una forma di corteggiamento.

Detto questo, auguri, visto che durante la frenesia degli acquisti natalizi chissà quanto si staranno divertendo, domeniche comprese.

"Posso esserle di aiuto?"