giovedì 15 ottobre 2009

Simone Perotti: "Adesso Basta!" - Parte seconda

Leggi la prima parte

ILBETTA: “Cos’è successo quel giorno, quel giorno di due anni fa, ormai, che hai detto adesso basta?”

Simone: “Una sensazione meravigliosa, inebriante. Tutto dietro, anzi, dentro, perché non si perde nulla, tutto si conserva nel cuore e nella mente. Però niente più autorità esterne su di me. Solo chi mi ama. Ricordo che passeggiavo per Milano e mi sembrava di volare…”


ILBETTA: “Rimpianti? La rinuncia che hai fatto più fatica a metabolizzare?”

Simone: “Vivo dietro La Spezia. Mi manca l’Anteo, il miglior cinema di Milano. Da questo puoi capire che rimpianti non ne ho…”


ILBETTA: “Cosa vuol dire per te non avere più l’ansia del lunedì mattino e poterti godere ogni singolo giorno della settimana come fosse un giorno di festa?”

Simone: “E’ un sogno. È come la vita dovrebbe essere per tutti. Vivere così per moltissime persone è possibile, vorrei che tutti lo capissero. Serve coraggio, determinazione. Nessuno ci insegna a essere determinati sui nostri sogni, ma solo sui doveri. E’ questo il gesto più crudele del sistema. E’ come dare due colpi di mazza alle gambe di un prigioniero per evitare che fugga. Ma quelle gambe dobbiamo curarle, farle correre ancora, perché ci portino dove vogliamo. Stand up!”


ILBETTA: “Non c’è il rischio di isolarsi, di crearsi un proprio mondo scollegato da quello reale? In fondo tu stai andando controcorrente. Il passa parola di questi giorni è Win for life, la lotteria che ti permette di vincere un vitalizio a vita, mentre tu hai scelto di rinunciare alle agiatezze economiche”

Simone: “E' così che si diventa liberi secondo me. Non avendo soldi per fare quel che si vuole. E’ volere le cose vere, quelle che vanno proprio bene per noi che ci focalizza. Ti faccio io una domanda: quante volte facciamo cose che DOVREBBERO renderci felici, così si dice, così siamo convinti, ma che in realtà ci costano tempo e denaro ma non ci lasciano niente? Ecco la via per la libertà passa per queste cose. Si può diventare liberi anche senza smettere di lavorare. Però occorre assumersi la responsabilità della propria vita, renderla autonoma e indipendente dai condizionamenti. A quel punto si è veri-uomini-nel-mondo, dunque tutto si è meno che isolati. Sono gli altri a non avere tempo per me. Io ho tutto il tempo per loro che desiderano. Però voglio vederlo il loro desiderio, deve essere autentico e forte, altrimenti ho altro da fare.”


Domani la terza ed ultima parte

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse basterebbe iniziare ad ascoltare noi stessi prima di ascoltare il resto del mondo ... by Adè

Fred ha detto...

Bellissimo intervento, in particolare dove dice 'Sono gli altri a non avere tempo per me. Io ho tutto il tempo per loro che desiderano.'.
Ma poi ce lo sveli cosa fa per vivere...?

Unknown ha detto...

anch'io attendo di scoprire di cosa si occupa (e magari di cosa di occupava) il nostro.. Cristiano

Anonimo ha detto...

Perchè alla fine il lavoro dovrebbe nobilitare l'uomo. E invece o si lavorano troppe ore sottraendo tempo agli affetti e ai piaceri. O si fa un lavoro che non piace sottraendo energie allo spirito. O si lavora perchè non si sa cos'altro fare o comunque solo per la necessità di guadagnare...che tristezza se ci pensiamo ...