giovedì 25 febbraio 2010

Nico, il ragazzo che tracciava il campo - Parte terza

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ILBETTA: “Ha ancora un significato oggi la parola ricerca in un Paese come il nostro dove questa funzione (ndr primaria) sembra subire solo l’ostracismo da parte della sua classe dirigente?”

NICO: “Purtroppo come dici bene te, questa classe dirigente sembra avere ben altre preoccupazioni e priorità. In periodi di crisi come questi si dovrebbe investire sui giovani, sulla cultura e sulla formazione, sulla ricerca, sulla green economy e sulle fonti di energia rinnovabile. Siamo o non siamo considerati “il paese del sole”? In pratica si dovrebbe investire sul futuro. Invece l’Italia continua a veleggiare sempre tra gli ultimi posti nella classifica degli investimenti in ricerca tra i paesi cosiddetti sviluppati. Il sistema universitario è attualmente in gravi difficoltà economiche e più di qualche università italiana sta rischiando la bancarotta a causa del drastico taglio governativo dei fondi per il funzionamento ordinario. Ma in generale è buona parte del sistema Italia, che non ha saputo o voluto investire sull’innovazione e sul futuro e ora ne stiamo vedendo le tragiche conseguenze nella chiusura di moltissime realtà industriali. Anche nell’università si fatica a superare la mentalità dei privilegi e degli interessi personali. Mi ritengo fortunato di far parte di un piccolo ma vivace ateneo, come quello di Camerino. Lassù viviamo in una sorta di laboratorio in cui vengono sperimentate e spesso anticipate quelle che diventeranno poi leggi o comunque tendenze per tutta l’università italiana. Come ti accennavo prima, se l’Italia ha ancora una speranza di avere un domani, è anche grazie ai sacrifici e alla passione di tanti giovani ricercatori, quasi sempre, come nel mio caso, precari.”

ILBETTA: “Di fronte a ciò, qual è il sentimento che primeggia in te? Sconforto o voglia di combattere?”

NICO: “Devo dirti che è dura! E’ faticoso lavorare senza molte sicurezze per il futuro e contando su uno stipendio che in Europa sarebbe attribuito a malapena ad un giovane diplomato. Ma io vado avanti! D’altra parte nel calcio mi sono sempre piaciuti i gregari e i “guerrieri” che si sacrificano per la squadra, l’Italia non avrebbe vinto i mondiali di calcio senza i Marini, gli Oriali, i Gentile, i Bergomi, i Graziani, i Cannavaro, i Gattuso, i Materazzi, i Perrotta... Grazie a costoro, le squadre diventano delle macchine perfette e possono così esprimersi al meglio anche i Bruno Conti e i Paolo Rossi, i Del Piero e i Totti…

ILBETTA: “Permettimi una domanda personale. L’amore ti ha già portato all’estero. Hai mai pensato di lasciare anche professionalmente l’Italia?”

NICO: “Si, la tentazione è sempre forte. In Italia ci sono però anche tante cose belle che all’estero ci invidiano. Ad esempio il sole, il cibo, l’arte, le montagne ed il mare, ma anche la genuinità e la solidarietà di tante persone. Purtroppo questi ultimi valori si notano sempre meno nelle nuove generazioni. Il futuro del nostro paese è davvero un gran punto di domanda, anche se, storicamente, nei momenti più duri, l’Italia ha sempre dimostrato di cavarsela.

ILBETTA: “Ma alla fine qual è il sogno di Nico? Qual è il sogno di quel ragazzo che con tutta la sua passione organizzava quelle memorabili partite sulle spiagge?”

NICO: “Il mio sogno è quello di essere un giorno finalmente ripagato dei molti sacrifici fatti in tutti questi anni, di svolgere sempre un lavoro che possa essere utile alla scienza e al buon progresso della società, sicuramente affrontando anche partite impegnative, ad esempio alla scoperta dei programmi che fanno “funzionare” gli organismi viventi. Tutto questo vorrei che avvenisse possibilmente in un paese bello, pulito, onesto, sano con mari blu, aria pulita, montagne innevate, cibo genuino, tanto verde e tanti boschi, soprattutto un paese con tanto sole...

La voce degli altoparlanti avvisa dell’arrivo dell’ultimo treno, per oggi, di Nicola Cannata. Tra poco sarà a destinazione. Ad accoglierlo ci saranno le speranze dei suoi studenti e le competenze dei suoi colleghi. Chissà se ancora una volta Nico troverà l’entusiasmo per tracciare le righe per questa nuova partita. Chissà se la grandezza delle idee dell’uomo avranno la meglio sulla mediocrità della politica. Chissà.


Photo Credits - Panoramica di Camerino

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Nico a leggerti si resta un pò sconfortati ma pieni di speranza.......bravo! By adè

Anonimo ha detto...

Meriti veramente caro Nico molti complimenti per il duro percorso che fiduciosamente stai percorrendo... tu sei davvero una speranza per il futuro, non mollare mai. Io credo ancora nel detto "chi semina raccoglie"! auguri

Anonimo ha detto...

E' di fronte a questi scogli che si rimane delusi e sconfortati... purtroppo spesso avere speranze e buona volontà non ripagano dei duri sacrifici... ma in fondo una persona grande e valorosa come te Nico non si lascia piegare dalle difficoltà... prima o poi emergerai ne sono certa! Grazie,grazie ancora.