Capri

Oggi mi permetto una digressione sui temi che normalmente tratto, parlando di televisione, "elettrodomestico" che sto usando sempre meno, però ieri sera...

Ieri sera è successo una cosa inimmaginabile, ho visto per la prima volta una puntata di Capri su Rai Uno. Sarà che ero stanco, sarà pure che sento l'avvicinarsi di una tanto sospirata primavera, (era che dovevo farmi passare lo sconforto per come viene imbavagliata l'informazione televisiva in Italia), insomma il mio animo era particolarmente predisposto allo svago.

Devo ammettere che mi sono divertito. Non tanto per il contenuto che comunque è basato su molteplici stereotipi, perbenismo e lieti fini. Diciamo pure che non è decisamente un thriller psicologico. Però c'è una strana alchimia data dagli attori, dai colori e in particolar modo dalla location, che amplifica straordinariamente il valore di questa pellicola.

Non chiedetemi cosa hanno fatto ieri sera, che cosa si sono detti i protagonisti, a che punto sono arrivati, eccetera. Tutto ciò, almeno per me, non conta. Avrei potuto vederla anche senza volume. So solo che secondo me Capri ha un effetto catartico. Ha quella straordinaria forza che avevano film come Altrimenti ci arrabbiamo o Io sto con gli ippopotami. Da bambino li guardavi e oltre a strapparti qualche risata, avevano la capacità di farti sognare anche se non erano film fantasy.

Poi mi sono divertito anche ad immaginare tutti i parenti campani acquisiti, che se ne stavano contemporaneamente "insieme a me" a guardare Capri. Suocera, zii, cognati (no quelli forse no), amici vari. Insomma è stata una piacevole visione collettiva.

Non ditelo a nessuno, ma quasi quasi anche la prossima settimana una sbirciatina gliela do.

P.S. Intanto su Rai Tre al posto di Ballarò è andato in onda un documentario della Grande Storia dal titolo Dittatura. Casualità?

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