martedì 29 giugno 2010

Cristiana e Antonio: due "strani" architetti - Parte prima

Copertina del numero del TIME dove è stato inserito il progetto Seawater Vertical Farm di studiomobile

Ci lasciamo dopo due ore di piacevole conversazione. Prima di andarsene mi lasciano i loro biglietti da visita “… qui trovi i nostri riferimenti, se hai bisogno di altre informazioni…”. Li prendo in mano e guardandoli con attenzione, come nella migliore tradizione giapponese, mi soffermo sulla dicitura sotto i loro nomi. Sorridendo mi viene spontaneo dirgli “Ma siete sicuri che la dicitura architetto sotto il vostro nome sia corretta?”. Questo non tanto perché è scritta in inglese, ma per via delle considerazioni che sono emerse dopo aver parlato con loro.

Da un architetto forse in maniera erronea e stereotipata non mi sarei mai aspettato di sentire quello che mi hanno raccontato Cristiana Favretto e Antonio Girardi. Con loro sono partito parlando di orti, per passare dalla tecnologia alla filosofia, fino ad arrivare all’approccio che hanno i ragazzi nel condurre le loro ricerche.

Cristiana e Antonio sono di sicuro una coppia strana di architetti. Strana in termini di come con metodi innovativi, portano avanti con passione il loro lavoro. D’altronde ci sarà un motivo se il TIME ha inserito tra i cento progetti green appunto più innovativi, uno loro. Fondatori di studiomobile, Cristiana e Antonio, oltre che essere coppia nella vita privata, sono coppia anche nel lavoro dove hanno trovato il perfetto equilibrio attraverso le loro differenti inclinazioni. Più orientata all’arte e al marketing lei. Più ancorato alla tecnologia e alla progettazione lui.

Ecco quello che mi hanno raccontato qualche sera fa, seduti al tavolo di un bar che poco dista da quell’Istituto Universitario d’Architettura di Venezia che li ha visti cimentarsi come studenti una decina d’anni fa.

“Ma lo sai che hai già intervistato un nostro amico, Carlo Tinti, con il quale abbiamo collaborato a Mestre Sweet City?” esordisce Cristiana con due occhi che oltre ad essere di un intenso azzurro chiaro, brillano dal trasporto con il quale parla. Capisco fin da subito che c’è una forte passione per quello che è e per quello che sta facendo. “… sì abbiamo contribuito attraverso la realizzazione di un video multimediale a questo progetto, che ci è sembrato interessante nella sua ottica di ripensare a dare nuova vita a spazi abbandonati e degradati” aggiunge prima di proporre un brindisi alla chiacchierata che stiamo per iniziare.

Poi prende la parola Antonio e con tono pacato, ma coinvolgente mi racconta quali sono secondo lui le due impellenze dalle quali partono le loro analisi per alcuni dei loro progetti – “… acqua e cibo, la scarsità delle risorse primarie! Ecco perché spesso ci soffermiamo a studiare gli orti. Occorre riprendere in mano delle conoscenze che altrimenti andrebbero perse… pensiamo ad esempio cosa sta dietro ad un pomodoro, solo la cultura agricola di qualche anziano può trasmetterci tutti i processi naturali che stanno alla base della coltivazione di questo ortaggio… è importante far capire che non è presente in tutte le stagioni, far capire ai ragazzi cosa c’è dietro il pomodoro ben adagiato sul bancone del market… sarebbe fondamentale che gli anziani riuscissero a trasmettere queste loro conoscenze… solo così forse si rispetterebbe maggiormente quello che si mangia, che non è una risorsa infinita…”.

Dopo una mia perplessità iniziale, capisco lo scenario verso il quale Cristiana ed Antonio vogliono accompagnarmi. Con questa visione che mi offrono, non esito a chiedere informazioni su il loro progetto Seawater Vertical Farm che il TIME ha inserito tra i cento progetti green più innovativi...


Continua domani

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandi Cri e Antonio... che ribattezzo a emergenti superstars dell'architettura del XXI° secolo... Thanks for sharing !!

Anonimo ha detto...

Una "strana" coppia ma senza dubbio vincente!!! complimenti...