martedì 22 giugno 2010

Dario Bressanini: Pane e Bugie - Parte prima

Dario Bressanini, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell'Università dell'Insubria, curatore del blog Scienza in cucina e autore del libro PANE E BUGIE

Poco tempo fa avevo accennato al fatto che ormai c’è una grande confusione riguardo a cosa e a come mangiamo. Tra diete più o meno attendibili, integratori di ogni genere e natura, intolleranze presunte o diagnosticate con pressappochismo, cibi sponsorizzati come miracolosi e altri etichettati frettolosamente come non buoni. Se a tutto questo aggiungiamo le mode alimentari da un lato e i retaggi informativi tramandati da generazione in generazione dall’altro, il cerchio tristemente si chiude con un grosso punto interrogativo: “ma cosa dobbiamo mangiare allora?”.

E proprio durante l’ora di pranzo, mentre stavo addentando una parmigiana trasportato dal solo piacere del gusto, in televisione vedo Corrado Augias con in mano un libro dal titolo alquanto a tema con i miei pensieri: PANE E BUGIE.

In studio c’è pure l’autore – Dario Bressanini – una persona piacevole, a modo, che con un tono professionale senza rinunciare alla simpatia, parla di questo suo lavoro letterario legato ai pregiudizi, agli interessi, ai miti e alle paure su ciò che mangiamo.

Non posso perdere questa occasione. Incuriosito e stimolato dal volerne sapere di più, prendo il libro, lo leggo e chiamo l’autore per approfondire meglio questo suo lavoro.

Dario Bressanini sta tornando dal supermercato quando lo rintraccio telefonicamente. Quale momento più opportuno per conoscerlo meglio. Ecco cosa Dario mi ha raccontato mentre sistemava la spesa a casa.


ILBETTA: “Allora Dario, sono curioso di sapere che prodotti mette nel suo carrello l’autore di PANE E BUGIE?”

Dario: “Ho comprato del pesce spada fresco, dei pomodorini (di Pachino), delle tagliatelle fresche, e poi latte e frutta


ILBETTA: “Voglio testare se sei un bravo cuoco. Con questi prodotti che cosa mi prepareresti?”

Dario: “Avevo intenzione di preparare un ragout di pesce spada, con del finocchietto selvatico, che ho nell’orto, per condirci le tagliatelle


ILBETTA: “Bene, appurato che posso accettare un invito per una cena da te preparata, come insegnante di chimica ti capita di parlare anche agli studenti di cucina?”

Dario: “Certamente. Anzi, il mio approccio scientifico al cibo e alla gastronomia è nato proprio dai miei corsi di Chimica. Insegno da tempo al primo anno di Chimica all’Università dell’Insubria, a Como. Negli anni ho notato come usare degli esempi tratti dalla vita reale, e specialmente dalla cucina, per illustrare concetti scientifici sia un potente strumento didattico. E così quando parlo ai miei studenti dell’osmosi gli spiego perché si mette il sale sulle melanzane per preparare la parmigiana di melanzane, o spiego come si fa una macedonia sugosa. Gli studenti così riescono a vedere immediatamente una applicazione dei concetti teorici che gli ho illustrato. Solo successivamente ho avuto l’occasione di scrivere di questi temi su Le Scienze, e poi sul blog


ILBETTA: “E la tua attività di ricercatore presso il Dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università dell’Insubria, in cosa consiste?”

Dario: "Non mi occupo, nella mia attività di ricerca, di cibo. Quello è un hobby. Io sono un Chimico-Fisico teorico e mi occupo di meccanica quantistica. Gli “esperimenti” culinari li faccio nella cucina di casa


ILBETTA: “Invece la scrittura è arrivata con la collaborazione con il mensile Le Scienze?”

Dario: “Sì. Come ti dicevo già da tempo raccontavo queste cose ai miei studenti. Avevo anche iniziato una collaborazione con il mensile di divulgazione scientifica Le Scienze, dove scrivevo piccoli articoli di storia della chimica o della matematica. Un giorno il direttore, sapendo del mio interesse gastroscientifico, mi diede da recensire il libro di Hervé This Pentole & Provette. This è uno dei fondatori della gastronomia molecolare. Il libro è molto bello e illustra come un approccio scientifico ai processi gastronomici possa portare a ricette migliori e innovative. Nella recensione pubblicata su Le Scienze, alla fine mi lamentavo della visione un po’ troppo “francofona” del libro, tutto incentrato sulla cucina francese. Chiudevo il mio pezzo con l’auspicio che qualcuno, prima o poi, potesse scrivere in quel modo anche di ricette italiane, e ci raccontasse tutto sulla chimica del pesto o sulla termodinamica della pizza. Detto fatto. Il direttore mi dice “perché non lo fai tu?” e così mi affida, prima in tandem con Hervè This e poi da solo, la rubrica mensile sulla scienza in cucina.


ILBETTA: “Poi però dalla scrittura su carta sei arrivato anche a quella online. Sono circa tre anni che curi il fortunato blog Scienza in cucina. Come sei diventato un blogger?”

Dario: “I pezzi che preparavo per la rivista erano sempre molto, troppo lunghi per la piccola paginetta (3800-4000 battute) e quindi molto materiale rimaneva fuori. Dopo un po’ di tempo Marco Cattaneo, il Direttore, mi suggerisce che avrei potuto tenere un blog, accanto a quelli già esistenti della redazione di Le Scienze, dove avrei potuto mettere tutto il materiale, e anche delle foto. Ed ecco che è nato il blog.


ILBETTA: “Che tipo di esperienza è stata ed è tuttora quella di gestire un blog?”

Dario: “E’ stato sicuramente gratificante vederne il successo, ma è anche abbastanza faticoso in termini di tempo perché cerco di leggere tutti i commenti, anche se non sempre riesco a rispondere. Alcuni articoli hanno raggiungo più di mille commenti.


ILBETTA: “Dai commenti che ti lasciano, ti sei fatto un’idea di che tipo di persone ti seguono su Scienza in cucina?”

Dario: “Dipende molto dalla tipologia degli articoli. Quando scrivo di argomenti più strettamente gastronomici commentano molte persone, soprattutto donne, che cucinano e spesso hanno anche un loro blog di cucina. Commentano anche cuochi e Chef professionisti. Quando invece tratto argomenti più legati all’agricoltura o più “politici”, come gli OGM, il km 0, ecco che intervengono anche ricercatori, agricoltori, semplici interessati e così via. Un pubblico molto eterogeneo ma, devo dire, solitamente ben informato e ben disposto al dialogo. Solo rarissimamente si sono scatenate risse (virtuali).


Continua domani

5 commenti:

Anonimo ha detto...

TERMODINAMICA DELLA PIZZA...INTERESSANTE...BY ADè

Anonimo ha detto...

Mitico Bressanini... nonostante io non capisca un acca di chimica, fisica e dintorni, il suo blog lo consulto spesso, soprattutto per sfatare alcuni miti ( vedi il sale per montare a neve le chiare d'uovo!!!).
... e se capisco io quello che scrive, vuol dire che è proprio bravo come insegnante ;)
Monica:)

Unknown ha detto...

E' proprio bravo Bressanini.....grazie e lui noi cuochi siamo un po meno ignoranti.

Anonimo ha detto...

Interessante davvero... ora ho un nuovo curioso blog da consultare e spero seriamente di apprendere nuovi consigli!!! ciao sister

natalia ha detto...

seguo il Blog di Dario Bressanini da tempo, in silenzio e...imparo ;)

ciao Andrea, bellissima questa prima parte, non vedo l'ora di leggere il resto.
l'impostazione delle tue interviste ci permette sempre di conoscere in modo non banale la persona che stai coinvolgendo in questi tuoi viaggi meravigliosi!