mercoledì 21 luglio 2010

Un silenzio assordante

"Sale?" potrebbe essere l'unica parola enunciata all'interlocutore durante l'intero viaggio in ascensore. Al massimo si potrebbe aggiungere un "che tempo oggi...", qualora la durata dell'ascesa (o discesa) superi i sei piani.

Sto parlando di quelle situazioni da esperimento sociologico. Ci si trova forzatamente in compagnia di estranei e l'imbarazzo prende il sopravvento. Si instaura quel che mi piace definire un silenzio assordante. Mancanza di dialogo, ma ogni minimo rumore è amplificato all'ennesima potenza. Respiro, deglutizione della saliva, sfregamento delle mani, sembrano suoni degni di un multisala di ultima generazione.

Questo capita negli ascensori come nelle sale d'aspetto dei medici. In questo caso cambia la locuzione iniziale visto che normalmente si debutta con un "buongiorno" e si conclude con "chi è l'ultimo?". Mentre mantengono una loro ragione d'esistere gli intercalari a carattere meteorologico, che anzi in alcuni casi, trovano terreno fertile per imbastire discorsi ai limiti del surreale.
Nelle sale d'aspetto però, nel silenzio assordante, trova ampio spazio il rumore dato dallo sfogliare le riviste prese d'assalto come strumento principe per ingannare l'attesa. Poco importa, se quello che si legge non è di nostro minimo interesse, oltreché risalente a qualche mese addietro.

Ma il silenzio più assordante e allo stesso tempo ricco di un fascino noir è possibile gustarlo nei rapidi spostamenti in metropolitana. In questa dimensione sono le immagini e gli sguardi rubati agli altri compagni di viaggio il suono malinconico dell'indifferenza più totale.

3 commenti:

Daniela ha detto...

Ciao Andrea! A proposito di silenzio, prima di partire per il mio viaggio di nozze volevo farti un saluto ed augurare a te e alla tua famiglia buone vancanze. Ciao Daniela

valeria-danzonelvento ha detto...

prima regola,mai uscire senza un libro...le attese "burocratiche sono sempre lunghe..
l.ascensore lo trovo il più "imbarazzante" perchè è decisamente inutile iniziare una conversazione,a meno che non vi sia una particolare battuta da fare osservando il compagno di viaggio...che so...sempre piena di borsoni anche lei..io a volte mi sento un mulo...ma il risultato non si può sapere(potrebbe esser più imbarazzante del silenzio),non hai avuto abbastanza tempo per inquadrarla.
ooohhhh invece nelle sale d.aspetto quanto mi ci diverto!
se è una giornata no,mi leggo il libro...viceversa mi scateno!
primo mi piace osservare le persone ed immaginare il loro piccolo mondo anche interiore...le inquadro e scatto all.attacco...di solito sparo una frase ad effetto,mica chissà cosa,che la gente non si aspetta...ed ecco che chi mi aspettavo "abbocca",anche se tutti ti guardano come se fossi(e lo sei)come minimo strana,e li inizia il divertimento chi risponde a tono a qualcosa di inaspettato entra nel tuo livello(o lo è già) e si diverte con te...spesso si riescon a coinvolgere anche quelli più rigidini..così ciascuno si sente più libero nel lasciarsi andare,tanto la prima(ma vado anche alla seconda terza...) "figuraccia "l.ho fatta io;))
insomma se si trova qualcosa di originale può uscire un bello scambio.
naturalmente si deve partire dal presupposto che non ci interessa quel che pensan di noi gli altri.e poi,tanto,chi li rivedrà più..
insomma ho scoperto(mi ha aiutato in questo il mio lavoro) che fare il "pagliaccio" aiuta a render meno pesante l.aria che si respira..e ho pure scoperto che mi riesce bene;) per merito di questo intavolo discorsi con molti estranei.
mi piace e mi diverte provocare e osservare reazioni
ciao

Anonimo ha detto...

Il silenzio ha spesso molti significati, non sempre gradevole talvolta fastidioso...decisamente in certi frangenti può essere molto imbarazzante , mentre in altri liberatorio. Anche se per mia natura è difficile trattenere la parola, tento di adattarmi e di capire il momento giusto per far riposare le mie ondate di pensieri e parole.Non ho ancora chiarissimo se il mio comportamento è consono o fallimentoso ma... pazienza!!! ciao ciao sister