mercoledì 10 novembre 2010

Ducati Vale

A Valencia oggi è un giorno particolare. Anche le condizioni meteo sembrano accorgersene. Il sole tarda ad uscire soffocato da nuvole che appaiono un sipario. Il fermento è notevole. Fotografi schierati. Telecamere in movimento.


Sono da poco passate le 12. Un piccolo grande uomo viene avvistato. Proprio così avvistato perché forse è un marziano. E' avvolto in una tuta nera squarciata da simmetriche bande gialle. Sul petto, avambracci e gambe una scritta: VR|46. E' una sigla. Un riferimento. Un marchio di qualità. A nascondergli il viso un casco con un grosso punto interrogativo. D'altronde si sta per scrivere la storia e del futuro non ci sono certezze. Forse non per lui. Sembra un supereroe della Marvel. Magari lo diventerà.


Poi il rituale. Due gesti semplici, visti mille volte e che avremo la fortuna di rivedere ancor di più. Il primo, un inchino. Le braccia si abbassano e le mani giù, ad incrociare le gambe, a sfiorare terra, a toccare terra. Il secondo a pochi centimetri da Lei. Si accovaccia di fronte a Lei, stringendosi forte a sé. 


Lei è lì. Per l'occasione è vestita a sera. Livrea completamente nera. Elegante. Libera da superflue insegne di sponsor. Solo un "ingombrante" numero 46 sul davanti. Sembra lo stampo di un bacio. E' un po' impaziente la ragazza. E' da tanto che lo aspettava. Il motore è già acceso. La musica della Desmosedici sta suonando.


Il tempo dei convenevoli è terminato. Il Dottore sale in sella. Gas. Le ruote girano. Sono partiti. Il primo incontro è avvenuto. Felicitazioni Valentino Rossi e Ducati. Come nelle migliore favole, speriamo di concludere con un "... e vissero felici e contenti".

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Riesci a mettere amore in tutto Betta sei grande!!!