martedì 16 novembre 2010

La comunicazione sociale di Pasquale Volpe - Parte prima



Ore 7 la radiosveglia si accende. Invece di note musicali, un jingle pubblicitario. Colazione, dopodiché si esce. Affissioni sul muro accompagnano la camminata. Sul tram c’è chi sfoglia un giornale. Notizie alternate da inserzioni commerciali. In ufficio il monitor del computer si accende. Dal web contenuti ostacolati da banner. In posta elettronica, consigli per gli acquisti. Ore 19 rientro a casa. Televisione. E’ ora degli spot.

Rewind.

Ore 9 di una giornata di fine ottobre. Centro di Milano. Via Dante. Qualcosa è cambiato!

Poster. Affissioni. Si fa comunicazione, ma una comunicazione diversa. Niente modelli di autovettura da vendere. Nemmeno modelle da mercificare. I temi rappresentati, sono temi sociali. Questo è Good50x70.

E’ il progetto di comunicazione sociale più grande al mondo. 81 Paesi a rappresentarlo. Più di diecimila persone in quattro anni. Il coinvolgimento delle più importanti Organizzazioni Non Governative”, questo è quello che ci dice Pasquale Volpe, l’ideatore di questo progetto e presidente dell’Associazione Good Design.

Per Pasquale la comunicazione è un amore. È un lavoro. Lasciata la Puglia per frequentare l’Accademia della Comunicazione a Milano, ora ne è docente. Come lo è in NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti sempre di Milano. Ma per Pasquale anche un grande interrogativo “perché non utilizzare l’arma della comunicazione per sensibilizzare su temi importanti?”. La sua risposta è stata Good50x70.

Sono tre gli aspetti fondamentali di Good50x70, mi spiega Pasquale. “La prima cosa appunto dar voce alle ONG, dar visibilità a temi socialmente importanti. Dopodiché parlare alla comunità dei creativi. Far capire quanto sia fondamentale parlare di temi che spesso non interessano o meglio commercialmente poco interessanti. Qui non ci sono target da raggiungere. Quindi diffondere queste tematiche e per gli ‘addetti ai lavori’, dare un’etica di progettazione. Terzo punto portare queste risposte visive in spazi dove le persone possono tranquillamente accedervi. Portare i risultati della mostra alla conoscenza di tutti. Una mostra si fa con le persone”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Progetto interessantissimo!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Entusiasmante e coinvolgente questo progetto... complimenti!!!