giovedì 2 dicembre 2010

Gli Italiani di Frontiera di Roberto Bonzio - Terza parte

Roberto Bonzio durante una delle sue presentazione di Italiani di Frontiera


Vai alla seconda parte


E’ giunto il suo momento. Le sue parole sono sincopate. Sembrano quasi tenere il tempo del rullante di una batteria. La carica energetica di Roberto Bonzio è pazzesca. Quella che riesce a trasmettere è ancor maggiore. Non ci sono pause. Ci sono intervalli, quelli dei video che vengono proiettati, che alternano la voce di Roberto a quella dei protagonisti di Italiani di Frontiera.

Mi immergo nella storia di Federico Faggin e Roberto Crea, padri del microchip e dell’insulina sintetica. Sobbalzo ai racconti di Fabrizio Capobianco, fondatore di Funambol e Marco Marinucci, manager di Google. Mi appassiono alle divagazioni apparenti che fa Roberto. Cose diverse, ma alla fine non più di tanto.

Un racconto come lo stesso Roberto ha intitolato dal West al Web. E’ fantastica questa parafrasi per comprendere cosa gli italiani di ieri e quelli di oggi in America siano riusciti a fare.

Una presentazione immersiva. Suggestiva. Stimolante.
Da questi racconti si evince che ce la si può fare. Che è nostro dovere sradicare certi luoghi comuni, certi retaggi culturali, per dare spazio alle nostre capacità intellettive.

A presentazione conclusa ne approfitto per fare altre due parole con Roberto. Alla mia domanda su quale possa essere il possibile sviluppo, la prossima sfida di Italiani di Frontiera, lui mi risponde sorridendo, ma con la convinzione di chi ha già fatto il primo passo – “… lavorare su gli italiani di frontiera in Patria! E’ già da un po’ che ci lavoro e ho visto che si possono raccontare delle belle storie anche da qui…”.

A questo punto non mi rimane che salutarlo, non prima di avergli fatto l’imbocca al lupo per questo suo (nostro) nuovo cammino.

Poi lascio lo spazio che ha ospitato questo “giornalista curioso”. Nel lasciarlo però prima mi soffermo sugli sguardi dei presenti. Cerco di carpirne i pensieri dopo che anch’essi hanno assistito alla presentazione di Roberto Bonzio. Forse anche per qualcuno di loro qualcosa è scattato questa sera. Forse qualche remora mentale è stata superata. Domani che è un altro giorno, potrebbe essere veramente un nuovo giorno.

Continuo le mie riflessioni in questa umida notte veneziana. Al prossimo appuntamento con Roberto, perché so che ci sarà, voglio essere pronto. Pronto per raccontare che le cose possono cambiare. Se lo si vuole.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti Roberto per la sua carica e forza psicologica...confido ,dopo la lettura del suo racconto che sia pronto a lavorare in patria. Riuscirà senza dubbio a trovare grandi stimoli e soddisfazioni ,considerato la sua grande capacità ad individuare le persone meritevoli della sua attenzione!!! Buon lavoro...