martedì 21 dicembre 2010

Luisa Trojanis: "All'inseguimento di un sogno" - Parte prima


Quando rivolge la webcam verso la finestra vengo travolto immediatamente dallo spirito natalizio. Non ci sono luminarie. Nemmeno il via vai compulsivo di persone alla ricerca di regali. C’è molto di più o forse molto di meno. Già perché c’è l’essenza di un perfetto paesaggio invernale. Neve, montagne e alberi. Niente più.

Sospendiamo pure per qualche istante la nostra conversazione. La mancanza di rumori innalza il suono del silenzio. Un silenzio naturale che calza perfettamente con le immagini. Tutto rallenta. Pure il respiro assume una cadenza rilassata e serena.

Ci troviamo a Tanndalen, a quasi seicento chilometri dalla capitale Stoccolma, a pochi chilometri dal confine norvegese e a più di 2.500 chilometri dall’Italia.
Per la precisione non siamo in un luogo qualsiasi della cittadina svedese. Siamo, seppur virtualmente, nell’appartamento di Luisa Trojanis.

Nonostante i capelli biondi e gli occhi chiari, non è un’indigena del posto. Lei è una toscanaccia doc. Ma che ci fa allora una ragazza della Val d’Orcia in un luogo così geneticamente diverso dalle sue origini? Vacanza! O per meglio dire organizza la vacanza a tutti coloro che vogliono un’esperienza nordica non indifferente.

La storia di Luisa è emblematica per capire quante risorse umane vengono sprecate in Italia. Fino ad oggi avevo affrontato il tema solo da un punto di vista di universitari, ricercatori o giovani imprenditori legati al mondo dell’high-tech. L’incontro con Luisa mi ha permesso di allargare, purtroppo, ulteriormente il campo.

“… non mi sentivo gratificata in Italia… facevo un lavoro che mi piaceva… il tour operator nelle mie terre, però mi scontravo sistematicamente con la chiusura burocratica e culturale del nostro Paese…” con queste parole mi spiega qual è stata la molla, l’elemento scatenante della sua fuga verso il profondo Nord.

E poi con la sua voce dolcemente graffiante continua “… la mia intenzione era quella di aprire un’agenzia tutta mia in Italia, ma da una lato un fisco opprimente dove devi pagare anche quando non guadagni e dei meccanismi ottusi da parte di chi dovrebbe agevolare la messa in pratica di idee… e se in tutto ciò mettiamo la mancanza di una leale/reale concorrenza che dovrebbe premiare il migliore… la mia scelta drastica è stata quasi necessaria”.

2 commenti:

Unconventional Mom ha detto...

WOW!
Attendo impaziente il post di domani :)

Anonimo ha detto...

Bella la storia e coraggiosa Luisa che insegue un bel sogno...Trovo solo avvilente che per raggiungere tale obiettivo bisogna allontanarsi dalla propria terra...ciao