giovedì 22 settembre 2011

Bausettete

Eccolo lì. Con la schiena ricurva in avanti, mani sul viso e pronto a far esplodere quel sorriso degno del migliore Capitano. Quello della Pasta naturalmente. Ma questo era solo l'atto finale di un lungo monologo. Monologo costituito da consonanti triplicate. Vocali ripetute. Suoni irriproducibili e movenze da mimo. Tutto naturalmente accompagnato da uno sguardo non particolarmente magnetico.


Non gli erano bastati gli errori commessi con il figlio oramai adolescente, che ora andava a replicare con il neonato degli amici di famiglia. Nemmeno il via vai sostenuto dei passanti del centro, gli incutevano vergogna. Era imperturbabile. Lui era completamento concentrato nel cercare di accendere un contatto comunicativo con il pargolo. Addirittura interpretava alcuni leggere vagiti, come risposte di compiacimento allo sforzo che stava facendo.


Nemmeno il richiamo della moglie con tanto di strattonata per la giacca limitava le sue performance.  Ma finalmente tutto venne sospeso. Il pianto sincopato e poco consolabile del lattante lo fece immobilizzare. Solo qualche istante però. Dopo aver sentenziato che la creatura era vittima di piccole coliche, con voce ferma esortava: "Vieni piccino ora ti faccio ridere io un pochino...".


Il cielo si aprì. Le grida del nascituro cercarono sostegno nell'alto dei cieli.


Bausettete.

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