mercoledì 21 settembre 2011

Il gioco delle tre carte

Ad un certo punto della serata la sensazione era stata quella. Di trovarsi di fronte ad un gioco dove non era possibile vincere. O meglio si vinceva solo ed esclusivamente se lo decideva chi distribuiva le carte.


Tutto questo mentre mi facevo assalire dai dubbi. Dove il focus era sui problemi e le soluzioni apparivano un miraggio. L'idea c'era. Mancava il resto. Mancava la modalità per realizzarla. In che tempi. A che costi. Con quali strumenti e con quale ritorno.


Nello sconforto più totale, pronto a mollare e lasciar cadere nel cassetto dei rimpianti il progetto, ecco l'illuminazione. Perché non scambiare i ruoli? Perché non cambiare prospettiva di gioco? Perché invece di giocare non far giocare gli altri?


Ed ecco che man mano le carte passavano di mano, si andavano a delineare cose fino a quel momento ignorate. A fianco all'idea andavano a posizionarsi obiettivi, strategie, costi e tempi. Quello che fino a quel momento sembrava inavvicinabile, ora diventava raggiungibile.


Certo non era stato fatto ancora nulla. Però ora c'era una certezza. Si poteva vincere. Bastava giocarsi bene le proprie carte.

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