Il look non premia il premio
alla carriera del grande italoamericano
Vedere
o meno un mito rimane pur sempre un grande dilemma. Se poi costui
nell’immaginifico collettivo è stato, è e rimarrà il poliziotto Frank Serpico,
piuttosto che Michael Corleone nel Il padrino, oppure Tony Montana in Scarface
e… Satana, nel L’avvocato del diavolo, tanto per citarne alcuni, allora la
faccenda si complica all’ennesima potenza.
Sta
di fatto che quando si presenta in sala stampa con tanto di camicia in raso
bianco, l’abbronzatura da scottatura post appisolamento su uno sdraio a
Rivabella, pizzo da “mi son dimenticato di radermi” e una somiglianza sempre
più imbarazzante a Silvester Stallone, un sospiro malinconico non è possibile
trattenere.
Se
poi, pochi minuti prima, ad anticiparlo su quello stesso palco si era
presentato un Beppe Fiorello indossando una perfetta giacca di puro stile
sartoria napoletana, una linea fisica di tutto rispetto e un occhiale da sole
da vera star hollywodiana, allora non si può che enunciare il più fatidico dei
“gioco, partita (game)”.
Altro che il tu vuò fa
l’americano, caro Al ricordati le tue origini italiane, almeno nel look.
1 commenti:
Però il documentario Wilde salomè a me è piaciuto!
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