Sconforto prima. Rabbia dopo. Sguardo all'ora immediato. Negozi chiusi da 10 minuti. Rabbia prima. Sconforto dopo. Corsa immediata verso il piccolo negozio d'alimentari all'angolo con titolare in perenne ritardo di chiusura. Chiuso per malattia. Sconforto e rabbia insieme. Subito.
Un'altra corsa di ritorno verso casa. A cosa servono i vicini se non in queste occasioni. Volo sulla rampa che mi divide dal secondo piano. Suono il campanello. Tutto tace. Busso alla porta. Silenzio assoluto. Rabbia e sconforto insieme.
Un'altra rampa. Terzo piano. Suono. Mi risponde la vicina. Non usa mai il riso. Sconforto. Rabbia. Salgo ancora. Quarto ed ultimo piano. Il campanello non funziona. Busso una volta. Busso una seconda. Alla terza la porta si apre. Solo un spiraglio. A parlarmi in una lingua a me poco nota la badante dell'anziana signora che è già a dormire. Alla parola riso, mi risponde con un sorriso. Più in là non si può andare. Scendo mestamente nel mio appartamento. Rabbia. Sconforto.
Controllo di nuovo nella credenza. Spero ancora. Trovo nell'ultimo ripiano dietro alla confezione dello zampone del Natale scorso una busta. E' un risotto pronto ai funghi porcini. Lo preparo. Lo guardo. Lo assaggio. Sconforto e rabbia. Rabbia e sconforto.
Se domani mattina mi sveglio con una voglia di pasta al pesto, per prima cosa vado a comprarmi la pasta. Il pesto dovrei averlo. Forse.
0 commenti:
Posta un commento