Eppur si trattava di un gioco, ma l'emozione della prima volta si manifestava ugualmente. Piccoli uomini pronti a cimentarsi in qualcosa di nuovo. Avrebbero fatto una partita. Degli avversari da sfidare, delle regole da rispettare e un tempo da osservare.
La giovane età permetteva loro di assaporare l'entusiasmo per un momento ricreativo. Ma c'era pure un po' in tutti quel latente imbarazzo per qualcosa di nuovo. La paura di sbagliare. La paura di essere giudicati. La paura nell'essere osservati.
Ad un certo punto però come impavidi soldatini la tensione presente si trasformò in gioia. Di fare. Di essere lì. Di provare una nuova esperienza. E' così che gli occhi iniziarono a brillare, i sorrisi si moltiplicarono e l'energia che scaturiva dai loro movimenti andava diffondendosi in maniera contagiosa.
La vitalità fu così potente da lasciar quasi increduli i grandi presenti. Con quel loro modo di fare, forse a loro insaputa, avevano dato una lezione a chi pensava di avere raggiunto l'equilibrio di una maturità ancorata alle abitudini. Invece furono proprio loro a far ricordare quanto potesse essere divertente confrontarsi con il nuovo.
Il tabellone finale diceva che avevano perso, ma gli unici sconfitti quel giorno furono quei pochi che non si erano accorti di quanto successo.
1 commenti:
Che emozione questa esperienza dei piccoli ma impavidi ometti. Peccato non essere stata presente in questo memorabile giorno... Complimenti a tutti i giocatori e un saluto particolare all'intrepido Nico!!!ciao ciao
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