mercoledì 29 febbraio 2012

Imparare a volare

Eccolo lì. Una mano appoggiata al fianco sinistro e l'altra quasi a sostenere la fronte. I capelli hanno preso la piega del vento, mentre le ginocchia leggermente flesse potrebbero lasciar intendere la pesantezza di un corpo invecchiato.


La luce del sole non fa altro che accentuarli colori che sembravano oramai spenti. Anche l'ombra stizzita sembra essersene andata allo scoccare del dodicesimo rintocco. L'aria è frizzante, come se percepisse l'elettricità del momento. Si deposita nei polmoni con la forza di un primo respiro. 


Tutto attorno a lui sembra muoversi. Anche le abitazioni sono diventati mobili, per non parlare della gente. Si sposta alla velocità dei pensieri. Ma forse è solo lui che ha messo in moto la sua esistenza. E' la sua accensione che fa spostare tutto.


Comunque ancora a fatica riesce ad alzare lo sguardo da quel fiore. Su esso una variopinta farfalla si era posata. Solo allo sbattere delle ali e all'innalzarsi al cielo, permette a lui di svegliarsi da quel torpore. 


Inizia a sorridere. Poi a ridere. Sempre più forte, fino a quando tutta la sua felicità non trova un completo sfogo. Ha appena fatto una scoperta che vuole condividere con l'intero mondo. Anche lui può volare. 


Prima si allenta il nodo della cravatta. Poi se la sfila. Si toglie pure la giacca e si rimbocca le maniche della camicia. Dopodiché inizia a camminare. Lentamente, ma con decisione, come se ben sapesse qual è la sua strada. Ora.

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