giovedì 15 marzo 2012

L'esperienza non si compra al mercato

Si partiva con un risultato a favore. Si sapeva comunque che sarebbe stata un'altra gara e la tensione non si fece attendere. Già dal tunnel che portava in campo il rimbombo della folla sembrava un grido di battaglia. Il cuore accelerava le sue pulsioni. La mente cercava di mantenere la sua lucidità, mentre una goccia di sudore scendeva dal lato destro della fronte.


All'entrata sul terreno di gioco il pubblico sugli spalti sembrava il vero avversario, questo perché la squadra sfidante doveva ancora toccare quel pallone. Intanto le immense luci dei riflettori illuminavano a giorno l'erba di un campo talmente perfetto da apparire un verde tappeto.


Poi il fischio d'inizio e lì quelle poche certezze che avevamo si frantumarono rapidamente. La velocità degli altri era doppia rispetto alla nostra. La loro stazza fisica li faceva apparire dei giganti nei nostri confronti, ma il problema più grave era un altro. Riguardava noi. Gli schemi di gioco non venivano. Anche le azioni più semplici apparivano complicate. Eravamo in affanno. Su tutto. E anche chi dei nostri compagni normalmente faceva la differenza, in questo frangente non era pervenuto. 


Nemmeno venti minuti il primo goal. Poi il secondo. Una timida reazione ci permetteva di riaprire le speranze. Accorciavamo lo svantaggio, considerando il risultato della prima partita ce l'ha potevamo fare. Ma il sogno presto s'infranse. Un altro errore e un altra rete subita. 


In una situazione quasi paradossale si andava ai supplementari, ma ora alle difficoltà psicologiche si aggiungeva anche la stanchezza fisica. Il baratro era vicino. Arrivava con il quarto e ultimo decisivo goal. A poco servivano gli ultimi minuti di orgoglio per cercare un'azione in grado di ribaltare una volta e per tutti le sorti di questo incontro. Triplice fischio da parte dell'arbitro. Tra rabbia e incredulità ci accasciavamo a terra. Rimaneva la consapevolezza di essere arrivati fin dove pochi avrebbero scommesso. C'era la delusione però di essere arrivati ad un passo da un traguardo storico, ma ancor di più c'era la consapevolezza che l'esperienza può fare la differenza. 


Non eravamo ancora pronti a palcoscenici di questo tipo. Ma sarebbe venuto il nostro turno. Prossimamente. Presto. Al momento più opportuno.


"L'esperienza non si compra al mercato" (cit. G.T.)

0 commenti: