giovedì 29 marzo 2012

Una bellezza incondizionata

I suo gesti lenti ne mettevano ancor di più in evidenza la presenza. Con una mano cercava la giusta chiave che le avrebbe permesso di rientrare a casa. L'altra era ben salda su quel bastone che si ergeva come una quercia d'annata. Il tutto appariva però di una bellezza incondizionata. Sarà stato per quel sorriso al centro di un viso che aveva vissuto. Oppure per quegli occhi, che nonostante la stanchezza, ancora brillavano. Forse il loro celeste si era leggermente sbiadito, ma la luce che emanavano era quella di chi la vitalità sapeva cosa fosse.


Arrivato a meno di un metro da lei, per poi proseguire nel mio cammino, la tentazione era quella di rivolgergli una parola. Non fu necessario aprire bocca, un saluto direttamente da lei partì. Il tintinnio del portachiavi si fermò. Al buonasera accompagnò un commento su quella luce di primavera che dominava un fresco pre-cena. 


Tra l'imbarazzo e un pizzico di timidezza non riuscii a commentare quanto detto da lei. Un cenno con la testa e proseguii su quel marciapiede. Pochi passi e girai la testa per rivederla. Non c'era più. Era rimasta solo quella luce che lei aveva indicato. Una luce che era diventata ancora più intensa.

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