mercoledì 28 marzo 2012

Una fantasia perduta

Appena varcata la soglia dei cinque/sei anni, svanisce pure la magia. Nonostante trabocchino gli effetti speciali, il dinamismo delle immagini e i colori sgargianti, di poesia non c'è traccia. Piuttosto trovano spazio maghi, mostri, lotte e paure. Forse un piccolo passo verso la trasposizione di quello che accadrà nel mondo adulto. I dialoghi stessi assumono una violenta connotazione negativa. I toni delle voci. Gli elementi sonori.


La linea di demarcazione è netta. Prima i cartoons appaiono delle favole animate, dove la dolcezza e la creatività hanno un ruolo dominante. Poi assumono le sembianze di serie TV adulte dove il disegno sostituisce l'immagine reale e il sogno si deve arrendere all'incubo.


E' pur vero che lo sguardo innocente di un bambino non è l'occhio attento di un ragazzo, però un po' meno di esaltazione del dolore, seppur disegnato, a favore del sentimento non farebbe male. Non significa certo rinunciare alla fisicità, prerogativa di una pre-adolescenza, ma un'attenzione maggiore all'essenza del sentimento, che non ha certo bisogno di maleducazione, grida, urla, spari, battaglie, morti e sangue. Quest'ultimo spesso di variopinto colore. Ultimo sprazzo di una fantasia perduta.

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