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giovedì 9 luglio 2009

Kebab con Fabiato - Parte terza

Leggi la parte seconda

ILBETTA
: “Se non sbaglio tu stai sperimentando strade diverse, contingenti, ma diverse dalla tua professione ufficiale. Con che spirito le stai portando avanti e che aspettative hai?”
Fabiato: “Quando sperimenti non hai quasi mai aspettative tranne il desiderio di condividere. Voglio condividere tutto quello che sento e che diventa oggetto della mia arte. Senza condivisione nulla ha senso. Mi piacerebbe parlare di quello che faccio, ascoltare esperienze e sensazioni così come le provano gli altri che leggono i miei lavori. Queste sono le aspettative.”

ILBETTA: “Ma che cosa manca, quali sono i limiti di questa società che non permette a dei “sognatori” di diventare “creatori”?”
Fabiato : “La velocità e il falso palcoscenico che ha creato davanti a noi. Oggi sembra tutto possibile. Possibile parlare e vedere contemporaneamente un amico in Australia, ma possibile anche arrivare in tv solo perché sei bello. E ‘ questa velocità il rischio maggiore. Veloce l’ascesa, istantanea la discesa. Ormai chi consuma con questa velocità rimane al passo, mentre chi consuma ogni cosa “masticando bene” rischia di sparire ingoiato da tutti gli altri. Il sogno ha dei tempi suoi, va coltivato e colto nel momento giusto, quando ci si sente pronti. Senza sacrificio e senza attesa tutto diventa insapore e si tende sempre ad alzare l’asticella fino ad un’altezza impossibile da raggiungere. Anche i sogni più piccoli diventano irrealizzabili se non si godono a pieno. E’ parte del sogno anche il piacere che provoca nel raggiungerlo. In definitiva ‘Quando hai fretta cammina lentamente’ questa è l’India di Easwaran Eknath e forse è anche il modo giusto di pensare alla creatività.”

Sono le 21.30 precise. Dall’adiacente Teatro Romano parte un forte applauso. E’ l’inizio di uno spettacolo oggi in cartellone. Forse no. Magari qualcuno ha colto le parole di Fabiato. Chissà. Intanto si apre il sipario e una nuova rappresentazione sta per cominciare.

Nella foto la copertina dell'ultima creazione di Fabiato, il romanzo dal titolo "Le prime tre pagine"

venerdì 17 aprile 2009

Replica - Gli Uomini di una Volta

Non esistono più pure quelli.

Proprio così, se ieri abbiamo avvallato l'ipotesi che le donne, fortunatamente sono cambiate, un consistente cambiamento si è verificato anche nell'emisfero maschile.

Anche in questo caso, le donne dovranno rinunciare a certe attenzioni, ad una galanteria degna dei migliori cavalieri del '700, ma tutto sommato credo che ne valga la pena.

In cambio si ritrovano degli uomini più vicini ai loro sentimenti, al loro modo di pensare, pur mantenendo sempre le inaviccinabili distanze.

E' la generazione di questi trentenni un po' sognatori, alcune volte fragili, ma che hanno comunque tanto amore da dare.
Siamo passati da un compagno autoritario ad un confidente autorevole.

Ora i mariti si rendono conto di cosa vuol dire mandare avanti una famiglia.
Vedono i figli. Vivono i figli.

Anche in questo caso, scorgo più gli aspetti positivi del cambiamento che non quelli spesso romanzati degli uomini di una volta.

E poi non è vero che gli uomini migliori sono già tutti sposati o gay. Qualcuno ne è rimasto in circolazione (forse).