Visualizzazione post con etichetta uomini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta uomini. Mostra tutti i post

martedì 17 aprile 2012

Modalità d'acquisto

Per non sbagliare li aveva presi di entrambi i colori. Capitava ogni tanto. L'indecisione era una sua fidata alleata. Mica era come lui che quando entrava andava dritto su ciò che cercava. Bastava che la taglia fosse esatta e già si recava alla cassa per il pagamento. Questo non era un pregio. Come non era un difetto quello di lei. Semplicemente erano approcci d'acquisto diversi. Per lei fare shopping era un passatempo. Per lui era rispondere ad una mancanza concreta. Per questo cercava di concentrare questo dovere in pochi momenti dell'anno. Mentre per lei ogni giorno sarebbe potuto diventare il momento giusto. Bastava uno sguardo ad una vetrina o il richiamo di qualche amica. Su una cosa erano d'accordo entrambi però, niente grandi aggregazioni di negozi. Meglio qualche bottega del centro o perché no, una passeggiata tra i banchi di qualche mercatino vintage.

Era una bellezza vederla spostarsi tra un capo e l'altro. Accarezzare una maglia per poi subito dopo dirigersi verso una gonna. Era il gioco degli abbinamenti. Spesso il tutto addirittura partiva dalle scarpe. Erano loro il baricentro per la creazione di un look. Comunque fosse era affascinante ammirarla in tali gesti. Pure lui se ne era accorto. Messa da parte l'attesa di tempi che si dilatavano, la scrutava in questa sua danza che forse aveva origini nella vestizione delle bambole durante l'infanzia.

Proprio un acquisto li aveva fatti incontrare. Non era stato particolarmente romantico. Lui in fila ad una cassa di un negozio riprendeva lei che gli era davanti e rallentava il deflusso d'uscita perché non trovava più un capo acquistato. Lui che spazientito con quelle due paia di camice uguali in mano e un jeans, voleva far terminare il prima possibile quel supplizio.

Da allora di cose ne erano cambiate. Sarà stato l'amore o forse solo il piacere di cambiare, comunque sia l'adorava anche in questo rituale. Lei invece, continuava a sorridere vedendolo compiere acquisti come quella prima volta. 

giovedì 19 gennaio 2012

Man parking

Riviste. Libri. Videogiochi. Consolle. Ma pure flipper e calcetto. E naturalmente un mega schermo 3D per le dirette sportive. Un luogo popolato da giovani uomini. E mentre le compagne si smarriscono tra un reparto e un altro di enormi centri commerciali, loro possono piacevolmente attenderle. Diciamo pure una evoluzione dei baby parking. I man parking.


Una soluzione per eliminare quelle tensioni innescate dalla frase: "Caro oggi andiamo a fare shopping". Parole che suscitano il panico nel sesso maschile. Struggente prova d'amore. Invito che consumate le principali giustificazioni non è possibile declinare.


Ed è così che mentre orde di donne si aggirano euforiche tra un negozio e l'altro, mariti, fidanzati o semplicemente amanti, si ritrovano intristiti a seguirne le tracce o nelle migliori delle ipotesi ad attendere prima della linea che demarca l'entrata del negozio.


I man parking, se esistessero, quanti musi lunghi potrebbero eliminare? Se esistessero... indiscrezioni mi dicono che alcune grandi catene commerciali si stiano muovendo in tal senso. Ikea in primis. Preparatevi, non sarà facile farci tornare a casa dopo l'orario di chiusura dei negozi.

martedì 29 novembre 2011

Perché l'uomo è un pericolo al volante

Ogni promessa è debito. Dopo aver parlato della lei, oggi metteremo a fuoco i motivi per i quali un uomo è un pericolo al volante.


Partiamo subito con il primo punto, lo spirito di competizione. Li vedi affiancati al semaforo. Fermi. Imperturbabili. Con lo sguardo fisso sul semaforo e i piedi reattivi tra la frizione e l'acceleratore. Manca solo il giudice con la bandiera a scacchi e poi potrebbe essere una gara in tutto per tutto. Perché l'importante, è scattare per primi quando arriva il verde. Magari anche dando qualche metro "all'avversario", che inviperito, lo si vede allontanarsi dallo specchietto retrovisore. 


Seconda cosa, il pensiero. Sì perché vantandosi delle loro capacità automobilistiche, la loro completa sicurezza, gli permette di poter pensare ad altro mentre guidano. Il collega insopportabile. La collega simpatica. Il dopo ufficio. La partitella a calcetto. L'aperitivo con gli amici. La serata desiderata. E intanto mentre i pensieri sovraccaricano il cervello, l'attenzione si allenta sulla guida.


Ma infine il pericolo più grande arriva dall'esterno. Ecco che vengono rapiti dall'ultima mega affissione di Intimissimi o di Silvian Heach (di quest'ultima per chi non ricordasse l'immagine un invito a gugolare). E' qui che la tragedia si compie. Teste di apparenti uomini distinti che sfidando le forze muscolari dell'anatomia umana, nel tentativo di seguire l'immagine dall'avanzare fino al suo completo defilarsi. Ed è in quel preciso istante che il capo maschile si trova rivolto all'indietro in una posizione da retromarcia, con l'autovettura però che avanza.


Per concludere, diffidate dell'uomo con il cappello. In questo caso l'eccessiva prudenza potrebbe essere letale.


Vroom vroom.

mercoledì 8 giugno 2011

Giù le mani dalla borsa

E' un oggetto misterioso. La spacciano per accessorio moda, ma è molto di più. E' un estensione del gentil sesso. Difficilmente se ne separa. Ne esistono modelli diversi. Ognuno in grado di soddisfare bisogni e occasioni d'uso differenti.


Da parte sua l'uomo un po' la teme. L'osserva. La scruta. La fissa. Come se in questo modo riuscisse a carpirne il contenuto. Cosa questa impossibile. 


Fantasticando si arriva a teorizzare che abbiano un doppio fondo. Alcune anche triplo. Supposizioni date dal numero infinitesimale di oggetti che riescono a contenere. I più maligni diffondono la voce, che all'interno venga custodito anche un elisir d'amore, usato a discrezione delle donne per fare innamorare la preda maschile di turno.


Tornando con i piedi per terra, comunque un alone di magia attorno ad essa lo conserva. Sarà per questo che mai gesto più inconsulto è quello di introdurre le mani nella borsa della compagna. Alcune relazioni si sono interrotte dopo tale inopportuna azione.


Si viene anche messi alla prova in talune circostanze. Capita provocatoriamente di esseri invitati con aria innocente a rovistare al suo interno. Le scuse sono le più banali - "caro mi passi le chiavi che ho lasciato dentro la borsa... mi prendi il cellulare nella tasca interna della borsa". Puri tentativi di essere colti in fallo e se non si è desti nel consegnare la borsa alla legittima proprietaria, invece di metterci le mani dentro, scatta un altisonante "ma cosa fai? mi frughi nella borsa... dovevi solo prendermela... che mi arrangiavo".


E in tanto il tempo trascorre e nemmeno i più illustri scienziati si sono pronunciati sul contenuto di queste borse. La voglia di svuotarne una è tanta, ma il rischio di essere messo al bando come eretico è elevato.


Lasciamo perdere. Continuiamo nel limitarci ad osservarla. Non si sa mai che prima o poi, compia un passo falso. Potrebbe rovesciarsi e nel rovesciarsi far fuoriuscire il suo contenuto. Chissà. Comunque sia quel giorno sarà un grande giorno per tutti noi. Noi uomini.


Photo Credits

mercoledì 20 aprile 2011

Montalbano (non) sono

Partiamo dal presupposto che una donna non è mai completamente soddisfatta del proprio marito/compagno. Però quando appare lui, quelle leggerissime imperfezioni quotidianemente evidenziate, aumentano in maniera esponenziale.


Prendo Montalbano a riferimento perché rappresenta un po' l'eroe moderno. A quanto sembra anche l'uomo ideale. Forte, coraggioso, affascinante. Uomo.


Cito lui per sentito dire. Per voci femminili di corridoio. 


Non è possibile che ad ogni sua comparsa televisiva si creino dissapori nelle case di tante famiglie italiane. Ora non voglio fare l'avvocato d'ufficio dei mariti/compagni, ma ve lo vedete Montalbano che aiuta nelle faccende di casa. Che va a fare la spesa. Che intrattiene allegramente i bambini. Su dai, non scherziamo. Deve esserci una differenza tra fiction e realtà.


Lo stesso principe azzurro raccontato nelle fiabe ogni tanto non è che ne esce bene. Un po' imbranato. Un po' con la testa tra le nuvole. Insomma un po' più vicino a tutti noi, che sistematicamente ci dimentichiamo di prendere qualcosa al supermercato, nonostante sia ben evidenziato sulla lista.


E poi se devo dirla tutta, vorrei vedere il buon Luca Zingaretti a casa, in pantofole, se ha lo stesso charme del lunedì sera su Rai Uno.

mercoledì 2 marzo 2011

Mentre il vento soffia

Il vento soffiava con particolare intensità. I panni stesi si erano dispersi anche oltre il giardino. Le tapparelle sbattevano violentemente sugli infissi, innescando un ritmo sonoro sincopato. Gli alberi, da come muovevano i rami, sembravano essere animati. Il rumore delle folate era così forte da incutere paura.


In tutto questo movimento accelerato, lui era in casa nella più completa indifferenza. In piedi davanti alla finestra a guardare fuori. Più cercava di guardare cosa succedeva all'esterno, più si fissava sulla sua immagine riflessa nel vetro. 


La contrapposizione era evidente. Lui stanco. Immobile. In balia dei propri vecchi pensieri. Fuori una vera e propria rivoluzione. La staticità di un uomo e il dinamismo della natura. 


Si era arreso agli anni che avanzavano. Anzi, forse si era già arreso molto prima. L'elemento anagrafico era un giustificativo. Lo aveva utilizzato ancor prima che qualche ragazzino gli avesse dato del lei.


Aveva desiderato così tanto stare tranquillo, che il desiderio si era realizzato. Nei peggiori dei modi però. Togliendoli l'energia, ma lasciandogli i rimpianti. Ora che avrebbe potuto godere del suo riposo, si accorgeva che non era quello che voleva. 


Quello che voleva era passato, veloce come il vento che là fuori soffiava.


Ad un tratto scorse un uccello che nonostante le condizioni era nel cielo a volare. Battagliava con il vento. Lo raggirava. Ne faceva un suo prezioso alleato, sfruttandone la spinta. Mentre il vento soffiava, lui continuava a volare.


Incantato da questa visione prese il suo cappello verde. Indossò il cappotto che i nipoti gli avevano regalato al compleanno e con il bastone nella mano destra, si lasciò la porta di casa alle spalle. 


Era giunto il momento. Il momento di vivere veramente.

mercoledì 16 settembre 2009

Fai sempre le cose a metà!

E chi lo dice che siano a metà? Se fossero completate nella visione di colui che compie l'azione?

C'è spesso questa diatriba, soprattutto tra i due diversi emisferi, maschile e femminile, dai quali si vede il mondo in modo differente.

Capita con frequenza che una cosa fatta da un uomo sia vista, nella visione perfezionistica femminile, incompleta da una donna. Ma non sempre è così. Cioè può capitare che la distrazione maschile possa far commettere talune inessattezze, ma nella maggioranza dei casi per l'uomo è completata così.

Facciamo degli esempi concreti. Un prodotto non acquistato al supermercato nonostante sia inserito nella lista accuratamente redatta dalla compagna, non è una dimenticanza. Forse non c'era necessità di acquistarlo oppure era troppo ingombrante da inserire nella shopper di plastica.

Oppure se il marito non assolve all'unica mansione di casa, che gli era stata assegnata dalla moglie prima di uscire al mattino, non è una mancanza di operosità da parte sua. Sicuramente avrà riflettuto che posticipando l'attività in un secondo momento, avrebbe ottenuto un risultato migliore in minor tempo.

Che dite può reggere questa tesi?

Photo Credits

venerdì 17 aprile 2009

Replica - Gli Uomini di una Volta

Non esistono più pure quelli.

Proprio così, se ieri abbiamo avvallato l'ipotesi che le donne, fortunatamente sono cambiate, un consistente cambiamento si è verificato anche nell'emisfero maschile.

Anche in questo caso, le donne dovranno rinunciare a certe attenzioni, ad una galanteria degna dei migliori cavalieri del '700, ma tutto sommato credo che ne valga la pena.

In cambio si ritrovano degli uomini più vicini ai loro sentimenti, al loro modo di pensare, pur mantenendo sempre le inaviccinabili distanze.

E' la generazione di questi trentenni un po' sognatori, alcune volte fragili, ma che hanno comunque tanto amore da dare.
Siamo passati da un compagno autoritario ad un confidente autorevole.

Ora i mariti si rendono conto di cosa vuol dire mandare avanti una famiglia.
Vedono i figli. Vivono i figli.

Anche in questo caso, scorgo più gli aspetti positivi del cambiamento che non quelli spesso romanzati degli uomini di una volta.

E poi non è vero che gli uomini migliori sono già tutti sposati o gay. Qualcuno ne è rimasto in circolazione (forse).