Sto parlando di quella sindrome da conversazione che s'innesca quando entro in un negozio, in una caffetteria, dal giornalaio, dal panettiere ed in luoghi analoghi contraddistinti dalla limitata dimensione dell’esercizio commerciale e dalla simpatia dei gestori.
Mi piace entrare in relazione con il mondo attraverso questi piccoli pertugi. Già perché normalmente in questi luoghi c’è un clima piacevole, cordiale che ti fa sentire un po’ a casa tua.
Sono questi i nuovi palcoscenici dell'antica commedia dell'Arte alla Eduardo, le messe in scena reali della quotidianità della vita. Di solito dopo aver legato con il protagonista principale (il titolare), si segue un canovaccio dato dalle diverse comparse presenti in loco: la signora anziana con i ricordi di un’era che non c’è più, il lavoratore stacanovista esperto in economia domestica, il giovane studente fuori corso legato alle sue speranze e via così, in un tourbillon continuo di nuove entrate e uscite, nell’attesa della special guest.
I temi affrontati sono i più disparati. Dal gossip all’economia, dallo sport alla politica, dalle singole gioie ai… dolori collettivi. Il tutto in pochi minuti. Il tempo di un caffé, di un’attesa del proprio turno.
Che ci volete fare, non è colpa mia se da grande voglio fare l’attore e quale migliore palestra se non in questi teatri di provincia con la gente di tutti i giorni!
1 commenti:
hahahah bonjour esc que je pout aver un information....by Adè
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