giovedì 5 febbraio 2009

Il Caricabatterie

A stento riesco a tenere gli occhi aperti.
Il freddo fortunatamente presente all’interno dell’abitacolo, mi costringe a stare sveglio. Se solo ci fosse un po’ di tepore, credo che sarei già nel pieno del sonno.

Ho dormito poco. Quel poco, pure male.
Sono solo le 06.15. Tra circa due ore mezza avrò raggiunto l’ufficio. Al solo pensiero del lungo tragitto, mi sento ancora più stanco.

Tra vagheggi e sogni, penso a come necessiterei in questo momento di un caricabatterie. Di un alimentatore d’energia che permetta alle mie forze di ritornare a livelli di piena autonomia.

Mi metto a pensare.
Penso alla colazione che mi ridarà un po’ di energia fisica.
Penso alle cose nuove da fare, da imparare in questa nuova giornata, le quali mi forniranno nuova energia psichica.
Penso a quale canzone potrei ascoltare per avere in dotazione una buona dose di buon umore.
Ma soprattutto penso ai due bimbi a casa, quando stasera li rivedrò e con i loro sorrisi mi inebrieranno di gioia.

Direi che la carica è quasi completata.
Estraggo le mani dalle tasche del giaccone ed impugno il volante. Parto.
E che lo spettacolo del nuovo giorno abbia inizio.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

.... e buona giornata!!! By Adè

Anonimo ha detto...

Tutti sintomi da count down... :-) Atti

isabella ha detto...

eccocì con 2 gm di prolunga a sorseggiare caffè pensando, è vero ai bimbi, e alla oro inesaurbile energia ....
mi sa che questa sera sposto avanti le lancette ...

Anonimo ha detto...

«Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima.»

Fernando Pessoa
Baci Elena