mercoledì 29 luglio 2009

Paolo, la Luna è con te - Parte seconda

Leggi la parte prima

Mentre ci accomodiamo su un tavolino nell’attesa delle ordinazioni, gli rivolgo una prima domanda.

ILBETTA: “Paolo, partiamo dalla fine. Non più di un paio di settimane fa, ho avuto il piacere di assistere ad una tua personale. Cosa vuol dire per te mettere in mostra le tue opere?”
Paolo: “E’ il mio modo di esprimermi, di comunicare, di parlare di me stesso, della mia vita, della mia famiglia. E’ il mezzo per trasmettere agli altri la mia energia, il mio entusiasmo, ciò in cui credo.”

ILBETTA: “Gli oggetti che riesci a realizzare hanno una duplice componente che li rende particolarmente originali. Da un lato la luce e dall’altro la vitalità. Alcuni pezzi sembrano vivi, come nelle migliori sculture di Michelangelo. Come riesci ad ottenere questo effetto?”
Paolo: “Una signora alla mia ultima mostra mi ha detto – in quelle sculture vedo te! Il tuo modo di muoverti, le tue posture, il tuo modo di prendere in braccio i tuoi figli, il tuo modo di muovere la testa – ecco è molto semplice, è tutto lì. Inconsciamente, inconsapevolmente, parlo con le mie mani attraverso il vetro. Nulla di più, nulla di meno. Assecondo il mio esser uomo materializzandolo. ”

ILBETTA: “Veniamo a quello che più mi interessa. Ci sono leggende, che narrano di te sveglio alle quattro del mattino, chiuso nel tuo laboratorio sotto casa a lavorare alle tue opere, prima di andare a lavorare in banca. Onestamente dove trovi il tempo per dedicarti alla tua arte, considerando inoltre che hai una famiglia (bellissima) che anch’essa ti reclama?
Paolo: “Non è una leggenda, ma l’unica via percorribile. Realmente mi alzo alle 4.00 per poter dedicare quasi ogni giorno due ore alla scultura. La mia vocazione è la famiglia, non potrei mai privarla della mia presenza.”

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Paolo le tue opere sono splendide!!! by Adè