Visualizzazione post con etichetta passioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta passioni. Mostra tutti i post

giovedì 6 ottobre 2011

E la chitarra?

Il pianoforte usato come porta oggetti. La tromba come trofeo appeso ad un muro. La chitarra diventata un tutt'uno con la poltrona della camera da letto.


E ancora, le scarpe da running usate per le tranquille passeggiate domenicali. A sua volta il tapis roulant utilizzato come porta fiori. La racchetta da tennis dispersa nell'armadio e l'attrezzatura da sub, il mare non l'ha mai visto.


Si potrebbe continuare, ma diventerebbe impietoso.


Tutte cose che spesso abbiamo desiderato, ma che poi abbiamo mestamente messo da parte. Se loro ci hanno brillantemente sedotto, noi le abbiamo brutalmente abbandonate. Il principale indagato è il tempo. Non ne abbiamo abbastanza. Siamo troppo impegnati sull'interruttore a sole due funzioni: lavoro/casa. Dove comunque in entrambe le modalità la parola d'ordine è impegni. Pensieri.


E intanto tutto rimane lì fermo a guardarci, con una buona dose di stupore. La chitarra non suona. La scarpa da corsa non corre. E noi? Noi siamo persone impegnate, mica abbiamo del tempo da perdere. 


Sarà. Intanto mi è venuta una gran voglia di rispolverare le congas.


Baila.

lunedì 29 novembre 2010

Primo piatto d'idee e contorno dall'allegria

Lo spirito di questo blog si è materializzato ancora una volta. Sono bastate le persone e lo spirito d'intesa. Una pizza e la voglia di condividere.


Parole, pensieri, qualche pausa e delle sane risate. 
Il trade d'union della serata le passioni. Da un lato la radio e dall'altro la scrittura.


Ed ecco che un'uscita come molte altre si è trasformata come il primo passo per la costruzione di qualcosa d'importante. Non c'erano autorità a sancire la posa della prima pietra, d'altronde l'atmosfera era piuttosto informale. Nonostante ciò, qualcosa di ufficiale questo incontro l'ha avuto. 


Ha ufficializzato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che sono questi momenti conviviali i terreni fertili per dare spazio alle proprie idee e per capirne la fattibilità. Progetti che apparentemente sembrano irrealizzabili, parlandone con altri, si può capire che forse non sono così campati in aria.


Sono quelle serate che torni a casa con un sorriso in più. Ti sei divertito e gioisci per gli incontri che la vita ti mette a disposizione.


E a proposito d'incontri, questa sarà una settimana entusiasmante. La persona che inizierò a presentarvi a partire da domani, l'ho incontrata solo un paio di volte, ma mi sembra di conoscerla da sempre. Per molteplici aspetti stiamo lavorando entrambi su binari molto simili. Anche lui racconta delle storie. E che storie!


Preparatevi ad una buona dose di energia positiva e nel frattempo buon inizio settimana.

lunedì 18 ottobre 2010

Fare ed essere

E' la ricerca più difficile. Capire chi effettivamente si è. Spesso, nemmeno davanti allo specchio si trova la risposta. Se a questo aggiungiamo le proiezioni degli altri su di noi, il rischio è quello di limitarsi ad interpretare dei ruoli.


Poi c'è un altro assioma da scardinare. Essere identificati per quello che si fa. La professione è la persona. Altra grossa limitazione. Altro grosso abbaglio.


Questa settimana avremo la fortuna però d'incontrare una persona che fa molte cose. Ed è molto altro ancora. Attraverso il suo essere, verificheremo come non è possibile ingabbiare una persona in quello che fa, ma non solo. Con lui andremo a toccare un altro piano a me caro. Quello delle passioni.


Quindi ancora una volta sarà un viaggio alla scoperta di una nuova anima. Un'anima che in un certo qual senso anche lei si occupa di mecenatismo, cercando di dare visibilità a giovani artisti di talento.


Scrittura, comunicazione ed insegnamento, saranno gli elementi che ci accompagneranno nella conoscenza di questo nuovo ospite.


Per tutti i dettagli l'appuntamento è a partire da domani.



giovedì 30 luglio 2009

Paolo, la Luna è con te - Parte terza

Leggi la parte seconda

ILBETTA
: “A proposito di famiglia. Quanto è importante il sostegno di tua moglie e la presenza dei tuoi figli?”
Paolo: “Assolutamente imprescindibile. Fondamentale! Non dimenticare che la mia musa ispiratrice è mia moglie, a cui dedico ogni cosa che faccio. Inoltre, contrariamente alla maggior parte degli artisti che hanno i momenti di più grande ispirazione nelle loro fasi di grande dolore e sofferenza, io lavoro esclusivamente se e quando sono felice! E ritorniamo al cuore: la famiglia.”

Veniamo interrotti dal cameriere che arriva per le ordinazioni esordendo con “Oh ecco il nostro bancario creativo”, dal tono ironico, ma ben poco divertente. Lascio che prenda le ordinazioni e appena si allontana, mi viene spontaneo porre un ulteriore quesito a Paolo.

ILBETTA: “Paolo, ti danno fastidio questi pregiudizi nei tuoi confronti? Sembra che alcune persone siano poco disposte ad accettare un cambiamento nell’ordinarietà delle cose. Certi che ti conoscono come bancario, ti hanno etichettato così e ti vorrebbero per sempre così. Questi non sono in grado di capire che una persona non è solo il suo lavoro. Cosa ne pensi a riguardo?”
Paolo: “Fortunatamente non è più così. Nei primi anni di sperimentazione molti amici, parenti e colleghi mi hanno deriso e dato del matto. Poi, lentamente, gradualmente, le mie opere hanno cominciato a parlare per me e, loro, hanno cominciato a tacere.”

Arriva il pranzo. E’ ora di mangiare. Prima di addentare il primo boccone, alziamo i bicchieri al cielo, verso la luna che seppur giorno si vede benissimo. La luna è con Paolo e non solo lei. Poi facciamo un brindisi alla vita, che se lentamente vissuta, non finisce mai di sorprendere.

mercoledì 29 luglio 2009

Paolo, la Luna è con te - Parte seconda

Leggi la parte prima

Mentre ci accomodiamo su un tavolino nell’attesa delle ordinazioni, gli rivolgo una prima domanda.

ILBETTA: “Paolo, partiamo dalla fine. Non più di un paio di settimane fa, ho avuto il piacere di assistere ad una tua personale. Cosa vuol dire per te mettere in mostra le tue opere?”
Paolo: “E’ il mio modo di esprimermi, di comunicare, di parlare di me stesso, della mia vita, della mia famiglia. E’ il mezzo per trasmettere agli altri la mia energia, il mio entusiasmo, ciò in cui credo.”

ILBETTA: “Gli oggetti che riesci a realizzare hanno una duplice componente che li rende particolarmente originali. Da un lato la luce e dall’altro la vitalità. Alcuni pezzi sembrano vivi, come nelle migliori sculture di Michelangelo. Come riesci ad ottenere questo effetto?”
Paolo: “Una signora alla mia ultima mostra mi ha detto – in quelle sculture vedo te! Il tuo modo di muoverti, le tue posture, il tuo modo di prendere in braccio i tuoi figli, il tuo modo di muovere la testa – ecco è molto semplice, è tutto lì. Inconsciamente, inconsapevolmente, parlo con le mie mani attraverso il vetro. Nulla di più, nulla di meno. Assecondo il mio esser uomo materializzandolo. ”

ILBETTA: “Veniamo a quello che più mi interessa. Ci sono leggende, che narrano di te sveglio alle quattro del mattino, chiuso nel tuo laboratorio sotto casa a lavorare alle tue opere, prima di andare a lavorare in banca. Onestamente dove trovi il tempo per dedicarti alla tua arte, considerando inoltre che hai una famiglia (bellissima) che anch’essa ti reclama?
Paolo: “Non è una leggenda, ma l’unica via percorribile. Realmente mi alzo alle 4.00 per poter dedicare quasi ogni giorno due ore alla scultura. La mia vocazione è la famiglia, non potrei mai privarla della mia presenza.”

martedì 28 luglio 2009

Paolo, la Luna è con te - Parte prima

Alle 13.40 Paolo esce puntualmente dalla banca. Dalla sua banca. Visto che è lì che lavora da diversi anni.
Ci siamo dati appuntamento ufficiosamente per mangiare qualcosa insieme durante la pausa pranzo. Ufficialmente per parlare e scambiare qualche opinione sulle nostre idee. Già, visto che con Paolo ci sono diverse affinità, in particolar modo su una visione slow della vita oltre che sull’utilizzo della creatività per migliorare se stessi e ciò che ci circonda.

Paolo ha da qualche giorno compiuto quarantatré anni. Il suo compleanno scade in un data molto particolare. Festeggiava il suo terzo anno di vita quando tutto il mondo guardava alla Luna sapendo che c’erano delle persone che ci passeggiavano sopra. Forse anche questo ha influito sul suo destino.

La sua è la storia di chi si accorge che la strada che sta percorrendo non è propriamente la sua. Fin qui niente di nuovo. Quanti hanno questa percezione. La differenza però, sta che Paolo ha avuto il coraggio e la forza di provarci. Proprio così, comunque vada, lui potrà essere sereno con se stesso per quello che ha fatto.

Ma cosa ha fatto Paolo? Ha seguito le sue pulsioni e ha dato ascolto ad un talento artistico latente, ma che non vedeva l’ora di essere preso in considerazione.
Questo talento ha trovato consistenza nella scultura del vetro attraverso un’antica tecnica che è quella della fusione a cera persa del bronzo, che lui ha adattato e modificato per il vetro. Dieci anni di sperimentazione contro tutto e contro tutti.

mercoledì 8 luglio 2009

Kebab con Fabiato - Parte seconda

Leggi la parte prima

Avrei tante cose da chiedergli, ma alla fine decido di concentrarmi sulle passioni. Un cammino alle radici dell’uomo per capire un po’ meglio con lui qual è l’humus, l’energia che fa muovere il mondo e tramutare i sogni in realtà.

Eccolo arrivare a piedi. Riconosco la sagoma, nonostante sia in completa controluce.
Alto, longilineo, con una falcata veloce, ma allo stesso tempo rilassata.
Tralasciamo i convenevoli. Una stretta di mano e un grosso saluto sono più che sufficienti.
Decidiamo di mettere sotto i denti qualcosa prima di iniziare la nostra chiacchierata.

Con un saporito kebab tra le mani, riprendiamo la passeggiata nella Verona romanica, da Veronetta fino ad arrivare a Ponte Pietra. Lì prendo coraggio e dopo un profondo respiro gli pongo il mio primo quesito.

ILBETTA: “Fabiato, ma secondo te si può vivere attraverso le proprie passioni oppure nel momento stesso che si cerca di trasformarle in una professione, perdono di per sé la propria essenza?”
Fabiato: “L’unico modo per vivere attraverso le proprie passioni è ascoltarle fino in fondo. La passione è irrazionale, ti prende di petto, fino in fondo. Quando cerchi di farla diventare un lavoro devi avere molto rispetto per lei e per te perché non sarà mai responsabile di un tuo successo o di un tuo insuccesso, il vero responsabile sei tu. In equilibrio su un filo teso basta una distrazione per cadere, basta un niente per distruggere tutto. La passione è quel filo, il bilanciere sei tu. Se è di vera passione che vuoi parlare allora la professione deve essere una conseguenza naturale, mai una forzatura o un mezzuccio, altrimenti si rischia d diventare schiavi bugiardi di uno stile libero."

(nella foto Fabiato)

lunedì 22 giugno 2009

Ale Ale Ale Bum Bum

La prima volta che ci siamo visti non è stato un grande incontro. Presentazione distratta e saluto di fine giornata scambiandogli il cognome per il nome. Poi però abbiamo dovuto lavorare insieme e lì giorno dopo giorno ci siamo scoperti prima ottimi colleghi e poi grandi amici.

Passioni in comune. Gusti musicali simili. Voglia di crescere, conoscere ed imparare.
Un anno e mezzo, quasi due, vissuti all'insegna del rispetto e stima reciproca. Sono stati condivisi sogni, progetti, difficoltà e soddisfazioni.

Poi le strade professionali si sono separate. La vicinanza geografica pure. Però il legame di amicizia che si era creato si è mantenuto e quando ci si rivede l'intesa è sempre presente.

Buon compleanno Ale e Ale Ale Ale Bum Bum!



lunedì 25 maggio 2009

Passione in FM

Sabato scorso sono stato ospite telefonico ad una trasmissione radiofonica su Radio Diffusione Libera.
La coppia di conduttori che mi ha traghettato in questa mia breve compassata in diretta sono stati Salvatore e Francesco.

Vi racconto questa esperienza perché è stata veramente piacevole. Per me, amante come sono della radio, è stato un incontro con una realtà radiofonica locale di Eboli, di piccole dimensioni, ma di grande passione.

Una passione che emergeva dall'energia e dall'entusiasmo di questi due mattacchioni di speaker, ma non solo. Il livello qualitativo della programmazione musicale era alto, ricercato, differente dall'omologazione che purtroppo contraddistingue i grandi network privati. Per certi aspetti l'atmosfera era quella delle vecchie radio pirate italiane agli albori, verso la fine degli anni '70, quando piccole realtà private iniziavano a trasmettere dalle loro frequenze.

Quindi un plauso a Salvatore e Francesco, a Mario alle regia e all'intero staff di Radio Diffusione Libera, dimostrazione che con un pizzico di talento, tanta passione e molta voglia di fare si possono ancora realizzare dei buoni programmi radiofonici.

Stay tuned!

Photo Credits

venerdì 8 maggio 2009

Per una Maglia Rosa

Domani si ricomincia.
La carovana del Giro d'Italia riparte. Sarà un'edizione speciale, visto che festeggia i suoi centoanni.

Quando sento parlare di Giro d'Italia subito affiorano in me i ricordi legati alla passione che aveva mio padre per questo evento sportivo, il quale non mancava ogni anno di seguirne le gesta sia alla televisione, sia on the road, organizzando le uscite con gli amici per le tappe dolomitiche più impegnative.

Poi c'è la mia passione per le due ruote. E qui la mente corre subito alle avventurose e splendide uscite in MTB, organizzate con due cari amici: lo Zingaro e il Franz. Entroterra del Lago di Garda, il Baldo, la Lessinia, il Lago di Ledro o il Pasubio, solo per citarne alcune. Al solo pensiero mi cadono le gocce di sudore della fatica e allo stesso tempo inizio a sorridere per quanto ci siamo divertiti.

Il ciclismo che sia di strada o meno ha un vasto seguito. E' uno sport transgenerazionale. E' una disciplina durissima, ma che dà delle grandi soddisfazioni in chi lo pratica.
Poi purtroppo c'è il penoso risvolto negativo del doping che ha e sta tutt'ora macchiando irrimediabilmente tutto questo universo.

La frequenza di questi casi è spaventosa. Nell'opinione pubblica, ormai, si sta formando la convinzione che sia l'eccezione chi non fa uso di sostanze dopanti a livello professionistico o semi-professionistico.

Ma vale veramente la pena fare tutto e imbrattare di fango una linda Maglia Rosa?

giovedì 7 maggio 2009

Il Regalo Ideale

E' sempre difficile scegliere il regalo per una persona.

Sarà che a me piace fare i regali d'impulso. Vedo qualcosa d'interessante che associo immediatamente ad una specifica persona, scatta l'acquisto e la consegna a prescindere che ci siano ricorrenze particolari.

Fare un regalo è un po' come testare il livello di conoscenza che si ha di quella persona. Quanto veramente ne sappiamo dei suoi gusti, delle sue abitudini, dei suoi interessi.

Poi c'è un altro problema. Il regalo secondo me deve piacere anche a chi lo fa. Può il festeggiato essere un appassionato di romanzi polizieschi, ma se voi li detestate, diventa ardua la scelta.

Come è problematico quando qualcuno è collezionista di qualcosa. Qui il rischio è duplice. Il primo è che abbia già quello che volete prendergli. Secondo, è che il malcapitato rimpianga il giorno che ha esternato la sua passione, visto che da allora riceve solo ed esclusivamente regali in tono.

Forse il regalo ideale è quello inaspettato. Qualcosa di nuovo e originale per chi lo riceve. Che rispecchi sicuramente i suoi gusti, ma che allo stesso tempo trasferisca una traccia simbolica della persona che glielo ha regalato.

E' per questo che i regali più belli che ho ricevuto sono legati a dischi di autori o generi che non conoscevo. Proprio così, scoperte musicali, che irrimediabilmente assocerò per sempre alla persona che me le ha regalate.


martedì 28 aprile 2009

L'angolo dell'urlo

Dovremmo averlo tutti, in modo tale da poter urlare, gridare e scaricare tutte quelle tensioni che spesso ci accumuliamo dentro.

Dovrebbe essere previsto quando si progetta o si ristruttura un'abitazione. Un angolo tutto dedicato a noi, per quei momenti in cui siamo talmente arrabbiati per qualcosa o con qualcuno che sentiamo l'esigenza di sfogarci in qualche modo.

Un angolo per stare meglio, invece di incattivirci ed imbruttire dentro.
Questa valvola di sfogo alcuni la trovano nell'attività sportiva, altri attraverso il tempo dedicato alle proprie passioni come l'ascolto della musica, il cucinare, la fotografia.

Però nella nostra quotidiana ricerca del benessere un forte urlo, incondizionato, non soffocato e tremendamente libero, non può altro che avere una funzione positiva sul nostro accumulatore di stress, troppo spesso in sovraccarico.

Photo Credits

lunedì 27 aprile 2009

Curiosità


E' un elemento importante. Per crescere. Per imparare.

La curiosità che ci spinge a voler capire come si fa una cosa. Che mettiamo nell'apprendimento di nuove informazioni, per allargare le nostre conoscenze. Che ci smuove per raggiungere i nostri limiti e perché no, di superarli.

Questa è la vera essenza della curiosità. Non la morbosità verso informazioni di contorno. Ma la smania per un sapere mai sazio.

Questa è la curiosità che è alla base delle grandi scoperte, delle grandi invenzioni. Una curiosità che mischiata alle passione dei singoli può sconfiggere l'immobilismo dell'ignoranza e la bruttezza dell'arroganza.

Uniamoci. Alimentiamo le nostre curiosità. Facciamo tornare a splendere il bello del sapere.

Photo Credits

mercoledì 8 aprile 2009

Dream Job

Ma qual è il lavoro dei sogni? Chiudiamo gli occhi e proviamo a pensarci.

Gratificante. Dinamico. Creativo. Decisionale. Ben retribuito. Di gruppo. Itinerante. All'aperto.
Questi sono solo alcuni degli elementi che si possono prendere in considerazione.

Se penso al mio, credo di non aver dubbi.
Già mi vedo in radio come autore e speaker. Perché?

Perché sarebbe il lavoro che mi rappresenterebbe meglio. Più che un lavoro sarebbe una passione per la quale vengo pure pagato. Sarebbe l'essenza e la perfetta unione di quello che mi piace fare: scrivere, parlare e ascoltare musica.
Ho già anche il programma in testa, che per molti aspetti riprenderebbe le atmosfere e i temi di questo blog. Per non parlare della programmazione musicale. Praticamente è già individuata.

Bene ora che avete riflettuto sul vostro dream job, vi pongo un'altra domanda.
Perchè non partite (parto) con la realizzazione del vostro (mio) progetto professionale?
Niente scuse, si accettano solo motivazioni concrete.

Stay tuned!

martedì 10 marzo 2009

Mecenate d'anime

Oramai ho perso il conto.
Sono continui gli incontri che faccio con persone passionali che hanno qualcosa d'importante da dare, ma che non riescono a trovare la giusta via per poter offrire il loro potenziale creativo.

Spesso è solo relegato ad un hobby, nei ritagli di tempo strappati al lavoro ordinario. In altri casi, c'è un tentativo di trasformare queste passioni in lavoro, ma con scarso successo.
E' per questo che sto cercando di capire come convogliare tutte queste energie nella corretta direzione e permettere a questi artisti di avere visibilità e l'equa ricompensa per ciò che fanno.

Mi sento un po' un mecenate d'anime, dove in gioco c'è la realizzazione dei sogni di tanti individui e una completa soddisfazione professionale. Già perché è proprio questo il punto cruciale, avere la possibilità non tanto di fare, ma di essere, visto che le passioni rispecchiano perfettamente il proprio io. Un ritorno ai lavori intesi come mestieri, arti.

La missione sembra piuttosto ardua, soprattutto quando il principio di meritocrazia non sempre viene applicato, ma credo che sospinto da tutta questa pulsione vitale che mi circonda, si possa individuare la soluzione per arrivare ad un nuovo Rinascimento.

mercoledì 4 marzo 2009

Residui di Natale, ma con Passione!

Quando ho ricevuto l'invito ero molto incerto se andare.
Vedere un plastico natalizio con la riproduzione di un ambiente tipicamente invernale i primi di marzo, non mi sembrava il caso.
Però conosco la passione che muove Paolo nel realizzare queste scenografie e in fondo era l'ultimo giorno prima che venisse smontato il tutto.

Sono le 18.10 circa quando arrivo a casa sua. Entro e vengo immediatamente proiettato in un'altra dimensione. Le stanze non sono illuminate, ma in fondo al corridoio scorcio un alone di luce. Due passi e sono davanti ad uno spettacolo di colori e suoni. In meno di 2 metri, ritrovo minuziosamente ricostruito un piccolo paese imbiancato riconducibile ad ambientazioni austro-ungariche con influenze del nord Europa.

E' tremendamente bello e per un attimo vengo rapito da questa visione come fossi un bambino.
Tutto è stato studiato nei minimi particolari. La biblioteca, la caserma dei pompieri, il salone da ballo, la chiesa. Poi la piazzetta con i bimbi che pattino sulla pista da ghiaccio. In fondo il laghetto con il pescatore trafelato nella sua attività e poi, poco più in là, la parte montana con le persone che scendono con gli slittini.
Mi fermo qui, perché sarebbe riduttiva la mia descrizione con tanta minuzia di particolari.

Ma soprattutto è bello vedere la gioia con la quale Paolo descrive il suo lavoro. Le sue parole sembrano note musicali e i suoi occhi luccicano di felicità.

Bravo Paolo, anche se mi hai riportato in un freddo inverno dal quale cerco di sfuggire, il tuo entusiasmo mi ha riscaldato l'anima.

giovedì 19 febbraio 2009

Voglia di Dance

Ho fatto trascorrere troppo tempo.
Sarà dalla festa del mio matrimonio che non ballo seriamente. Leggende metropolitane, narrano che quella sera abbia ballato ininterrottamente per tutta la serata, nonostante il caldo africano e il richiamo d’invitanti prelibatezze.

La voglia di ballare c’è sempre stata. Ricordo ancora quando da ragazzi si andava in disco e mentre i miei amici si dividevano tra chi andava a caccia di girls e chi si posizionava davanti al bancone del bar nell’attesa che arrivassero le girls, io ballavo. Andavo in discoteca per ballare. Strano, ma vero.

Oppure quando ispirato da un animo latino mi ero iscritto ad un corso di salsa e anche qui, a differenza di molti dei presenti, ero concentrato nell’ascolto del maestro per imparare questo nuovo ballo.

Certo le influenze adolescenziali hanno influito. Tony Manero nella Febbre del Sabato Sera, Leroy Johnson o Jesse Velasquez di Fame - Saranno Famosi o il Patrick Swayze in DirtyDancing .

Però alla fine è una passione innata. Non conta tanto il genere, anzi mi piace cambiare. L’importante che ci sia il ritmo giusto, quello che mi rapisce subito il controllo delle gambe e mi trascina in pista.

Detto questo, basta parole. Accendiamo lo stereo e baila.

martedì 17 febbraio 2009

Perché Sanremo è Sanremo

Stasera si ricomincia.
Non m’interessa tanto parlare di cos’è oggi il Festival di Sanremo, ma di quello che ha rappresentato per me in passato.

La mia memoria fa riaffiorare in me ricordi da bambino. Nove, dieci anni, poco importa. Ero lì seduto con la mia famiglia per godermi un momento di condivisione, di sana passione musicale.

Era un po’ come la vigilia di Natale, quando ci si riunisce per stare insieme e scambiarsi oltre che i regali, parole, gesti, affetti. Tutti lì ad ascoltare per poi commentare e fare i propri pronostici.

Non ho vissuto i primi anni dell’avvento della televisione, quando ci si riuniva nelle case dei più fortunati detentori dell’apparecchio o nei bar per assistere alla programmazione, ma per me il tenore era un po’ quello. La televisione aveva ancora una forza aggregante e trasferiva oltre che dei contenuti un linguaggio.

Si tirava piacevolmente tardi. Ma si stava insieme. Sanremo era un collante di anime, che attraverso la musica le riavvicinava.
Tutto girava attorno all’orchestra, al suo maestro, alla canzone e al suo interprete. Poche note ed eravamo già rapiti dalla melodia.

Il giorno dopo un po’ stanchi ci si alzava, ma il motivetto sentito la sera prima era già lì pronto per essere fischiettato.
Quelle sere passavano velocemente, nell’attesa della serata finale, dove puntualmente mi addormentavo perdendomi la proclamazione del vincitore, ma anche questo poco importa.

giovedì 22 gennaio 2009

Interferenze Radio: Jack Folla

La radio, che passione!
L’accensione e lo spegnimento di questo magico strumento sono i naturali gesti che compio quotidianamente dopo essermi alzato e prima di andare a letto.

La mia radio preferita è Radio Deejay. La seguo fin quasi dalle sue origini, sono cresciuto insieme a lei, alle sue note, ma in particolar modo alle sue parole con i suoi grandi intrattenitori. Sarà per questo che ci ho fatto pure la mia tesi di laurea.

L’ho tradita solo una volta, ma ne valeva la pena. Era il ’98, stavo facendo il servizio civile e nel frattempo redigevo la tesi. Di ritorno dalla pausa pranzo, sono da poco passate le 14, dalla mia radiolina con le cuffie cercavo la corretta frequenza di Deejay, ma ecco arrivare un’inaspettata interferenza.

Una calda voce mi rapisce. Non capisco subito di cosa si tratti, ma avverto che è qualcosa di diverso, di speciale. La stazione è Radio Due, ma lo speaker radiofonico non ha nulla a che vedere con il formalismo delle radio pubbliche. Sembra più una radio pirata degli anni ’70, con un programma che si avvicina ai radio-racconti di tempi ormai lontani.

Il protagonista è un certo Jack Folla. Sembra che parli da un carcere di massima sicurezza. Alcatraz. Sono confuso, ma entusiasta. Faccio quasi fatica a distinguere la realtà dalla finzione. Jack parla di temi d’attualità, di sogni, di speranze, di vita, nonostante sia un condannato a morte.
I suoi coinvolgenti monologhi si alternano ad una programmazione musicale a dir poco splendida. Non passano hit commerciali, ma solo pezzi di vera musica, quella che fa vibrare l’anima.


Ancor oggi, penso che questa trasmissione radiofonica rappresenti una delle più belle e grandi intuizioni di come sia possibile fare della grande radio. Originale, coinvolgente ed emozionante. Il merito va al suo grande autore Diego Cugia, che ha saputo tirar fuori dal suo ricco cilindro di esperienze una vera e propria perla e a Roberto Pedicini che con la sua voce è riuscito a dare la perfetta personalità al buon Jack.

Grazie Albatros, chissà dove stai volando ora.

venerdì 19 dicembre 2008

Il mio film di Natale: Good Inside


E' venerdì. Giorno di uscita di nuovi film.
E' quasi Natale. Non può mancare il film natalizio.

Bene ho il film adatto per voi. Più che un film è un corto.
Un particolare corto. Visto che è il risultato di quattro simpatici amici, tra i quali io, che si sono messi insieme in modo del tutto artigianale, ma con tanta passione, per realizzare un progetto comune.

Il corto risale a qualche anno fà, ma è in pieno clima natalizio, lo si può già capire dal titolo e ancor meglio dal finale a sorpresa.

Quindi buona visione con Good Inside!