Ho sognato di essere in un deserto. Il cielo era completamente stellato. Lo spazio attorno a me era infinito. Nel silenzio più completo, c'era solo il battito del mio cuore a scandire il tempo.
In me vigeva una tranquillità unica. Non esisteva nessun senso di smarrimento. Anzi, nonostante fossi lì per la prima volta, quel luogo mi sembrava familiare.
Tutti i miei sensi erano amplificati, come se avessi preso piena conoscenza di me. Del mio corpo. Del mio spirito.
In lontananza vedevo una città. Dalla sagoma sembrava una città imperiale. Forse Baghdad. Chissà.
Mentre assaporavo tanta bellezza, da dietro una duna ho visto muoversi qualcosa. Si avvicinava a me immersa in un'aurea di luce, mentre un profumo di mandorla invadeva piacevolmente le mie narici.
Era una donna. Un abito blu le avvolgeva il corpo e la testa. Dal capo s'intravedeva solo una bionda chioma, mentre lo sguardo era ben visibile ed i suoi occhi azzurri brillavano nella notte del deserto. Diceva di chiamarsi Firuzeh e mi invitava a seguirla.
ILBETTA: "Non ho mai sentito questo nome. Cosa significa?"
Firuzeh: "... ma dunque non lo sai: turchese. Vedi il cielo, quando non è notte, è turchese e poi diventa cobalto. Vedi queste pietre che porto al collo, azzurre senza macchia? Sono delle turchesi. Vedi i miei occhi... un giorno sono rabbiosi, un altro dolcissimi, un altro tristi e velati per poi riaccendersi di voglia di vivere, ma sono sempre azzurro turchese. Mi chiamavano così un tempo che si perde nei tempi in un luogo magico come può esserlo il mausoleo di Soltanieh, vicino a Zanjan... in Iran".
(nella foto la cupola di Soltanieh in Iran Patrimonio dell'Umanità e dell'Unesco)
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