mercoledì 10 marzo 2010

Il Baratto di Paolo - Parte seconda


Leggi la prima parte


ILBETTA: “Quali sono le principali tipologie di oggetti che vengono scambiati?”

Paolo: “Veramente di tutto. Da libri a vestiti, da bigiotteria ad oggettistica di ogni genere. Curiosissimi gli scambi fra cose cucinate e autoprodotte. Mi è rimasto impresso quello del Patè di olive fatto in casa con una borsa portacosmetici. Cose semplici che attribuiscono valore a ciò che abbiamo già e alle nostre abilità


ILBETTA: “Secondo te quali sono le motivazioni che spingono un utente ad avere un ruolo attivo su ZeroRelativo?”

Paolo: “L'idea di scambiare oggetti piace, appare subito sana e senza secondi fini, ci si sente attivi “nella spesa” anche senza mettere mano al portafoglio, si compie un'azione concreta. Oltre le informazioni c'è un'attività che le concretizza, non rimane un “clic” passivo. Si prende l'oggetto, si fotografa, si baratta, ci si accorda sulla spedizione o sullo scambio a mano. Un esempio positivo di come con gli strumenti adeguati si possono fare cose utili e orientate al sociale, non solo a parole”.


ILBETTA: “Quando è partito ZeroRelativo, non c’era nulla di analogo in Italia sul web. Al di là dell’originalità dell’idea, non credo sia stato semplice farvi conoscere. Oggi siete attorno ai 6.000 accessi al giorno e il progetto ha una crescita esponenziale, però come avete fatto all’inizio per ottenere visibilità?”

Paolo: “Con il lavoro quotidiano, con la passione con cui viene portato avanti il progetto, con le decine di migliaia di tastini digitati che mi hanno permesso di imparare a non guardare più la tastiera quando scrivo :)

La “crisi” ha amplificato la visibilità perché i giornali e le televisioni sono arrivate a noi per cercare forme di risparmio o soluzioni per combatterla. Sottolineo che il baratto non ha nulla a che fare con la crisi e non risolleva le sorti economiche di nessuno, ma crea uno spunto di riflessione sui significati più profondi di quello che è l'economia attuale e di quello che si può fare con una corretta comunicazione sociale. Perché non è più la politica ad orientare le nostre scelte, ma i messaggi positivi (o negativi) che inviamo con le nostre scelte alla politica”.


ILBETTA: “Secondo te a cosa è dovuto il successo di ZeroRelativo? Ancor meglio come mai oggi c’è questa attenzione verso il baratto, una forma di commercio che era passata in disuso e comunque mal distrattamente etichettata?”

Paolo: “Un po' per merito nostro no? :) Barattare è piacevole ed educativo, nelle scuole è una pratica che gli insegnanti fanno vivere ai bambini stessi per meglio imparare a rapportarsi con le risorse e il denaro. Certo, sembrano utopie viste le continue vicende che subiamo. Proprio per questo è importante dare messaggi propositivi ed esempi pratici invece di alimentare polemiche diseducative orientate sempre sugli stessi bersagli.

ZeroRelativo mette al centro oggetti che non avevano più vita e gliela rifornisce, quasi come andare a cogliere il talento di ognuno e metterlo in circolazione”.


In alto "Facce da Baratto", scattata a Milano presso lo stand di ZeroRelativo durante la fiera Fa' la cosa giusta dela scorsa edizione.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio una simpatica e interessante iniziativa... Bravo Paolo per l'originalità di questo libero baratto! CIAO