giovedì 16 settembre 2010

Il bidello

Si chiamava Dario. Non era tanto più alto di noi. Capelli neri con qualche ciuffo grigio. Per me era già vecchio, anche se avrà avuto su per giù la mia attuale età.

Portava un grembiule lungo blu. Solo i due bottoni centrali erano abbottonati. Lo si trovava spesso con una scopa in mano. Una di quelle di paglia. Quelle che si fanno un po' fatica a vedere in giro oggi.

Era sorridente, ma non sempre. Era allegro, ma non sempre. La presenza degli insegnanti lo modificava. Diventava più serio, più distaccato con noi, quando c'erano loro. Per noi rappresentava proprio una linea di confine. L'autorità da un lato, la complicità dall'altro. Bastava poco per far pendere l'ago della bilancia. Una richiesta impartita da un docente. La convivialità della merenda di metà mattina.

Proprio la merenda, era il momento di massima vicinanza a noi. Con lista in una mano e panini dall'altra, dispensava prontamente quanto richiesto da noi al bar fuori dalla scuola.

Ma non solo. La campanella dell'uscita suonata in anticipo nella giornata del sabato. Le parole consolatorie con chi veniva messo alla porta. Uno sguardo che stemperava la tensione prima di un compito in classe.

Dario il bidello era una certezza. Una presenza discreta, ma rassicurante. Una ruolo secondario, ma fondamentale. Dario era uno di noi.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

il bidello....credo un termine che sparirà dal vocabolario italiano....by ad.

Anonimo ha detto...

sbaglio o era il bidello delle elementari ?
Bei tempi bETTa con la maestra Pierina, circa 6 lustri fa ...

ciao markusdelvillaggio

Anonimo ha detto...

Un tempo la figura del bidello era fondamentale,una persona che insieme al corpo insegnanti significava "scuola"... Ora no so esattamente quale sia il suo ruolo o meglio cosa rappresenti...