martedì 30 novembre 2010

Gli Italiani di Frontiera di Roberto Bonzio - Parte prima

Roberto Bonzio con la sua famiglia prima della partenza per gli States - l'inizio della grande avventura di Italiani di Frontiera


La prima volta che incontro Roberto Bonzio è a Milano. A due passi dal Duomo ci prendiamo un caffè insieme. L’autunno è arrivato, ma un premuroso sole diffonde energia sulla città. Sui presenti.

Seduti sul plateatico esterno di un bar, Roberto inizia a raccontarmi del suo progetto. Per lui raccontare è la normalità. Non solo perché è un cronista, ma proprio perché negli ultimi anni ha raccontato diverse storie. Federico, Paolo, Enrico, Marcello e così via. La lista è molto lunga. Ma chi sono tutte queste persone di cui Roberto Bonzio parla? Sono “Italiani” o per meglio dire “Italiani di Frontiera”. Persone che oltreoceano, nella terra del sogno americano, hanno seguito il loro spirito d’impresa, le loro intuizioni.

Per far questo Roberto nel gennaio del 2008, lascia gli uffici della redazione Reuters per la quale lavora e si trasferisce con l’intera famiglia per sei mesi negli States. Roberto ha una missione. Non vuole raccontare la storia di cervelli in fuga. Roberto vuole raccontare la storia di talenti italiani, che nel nuovo mondo, grazie alle loro capacità, al loro modo di pensare, sono naturalmente emersi. Hanno potuto emergere perché erano privi di impedimenti sociali e culturali, che in patria gli avrebbero rallentato se non impedito questa loro crescita.

Per capire meglio l’Italia è stato necessario guardarla da fuori… solo così ho avuto conferma del patrimonio intellettuale immenso del quale siamo a disposizione… la forza degli italiani è quella di ragionare fuori degli schemi, modalità questa che in Italia spesso si vuole ingabbiare, mentre all’estero trova l’humus naturale per evolvere” mi dice Roberto guardandomi negli occhi. Poi continua “… ci sono dei meccanismi maledetti in Italia, come l’invidia ad esempio, che non permettono di innescare il circolo virtuoso del talento… talento che in Italia è ben presente”.

Queste storie raccontate da Roberto, questi modelli positivi da lui narrati, ora costituiscono un blog, una web tv, un libro a breve, una rappresentazione teatrale in un prossimo futuro e una serie di conferenze multimediali.

Ed è proprio in una di queste conferenze che lo ritrovo...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bello lo stimolo dei talenti! e a proposito.... buon onomastico!

Anonimo ha detto...

E' molto importante la missione di Roberto... far emergere il talento in qualsiasi campo si trovi è sempre meraviglioso.Unico rammarico è verso la nostra nazione che, ricca di personaggi carismatici e qualitativi possa permettere il loro allontanamento per inutili e sterili invidie o altre sciocche motivazioni ...ciao sister