giovedì 13 gennaio 2011

Se lo fai a Capodanno...

La serata era iniziata nei migliori dei modi. Scendendo dall'auto uno strappo longitudinale sulla parte posteriore del pantalone. Su per giù tre centimetri. Irrilevante in altre situazioni, ma non per quella. Sembrava animato il cupido dorato stampato sui boxer rigorosamente rossi.


Entrato nella casa degli amici un'amara constatazione. Nella stanza adiacente al soggiorno una miriade di bambini. Alcuni si azzuffavano, altri giocavano, molti piangevano. Nel salone delle feste un numero imprecisato, ma pari, di persone. Tutte rigorosamente coppie. 


Saltati i convenevoli, ma non i brindisi, giungeva il momento della cena. Considerato il digiuno forzato a causa del viaggio/odissea per giungere fino lì, l'appetito non mancava. Un'unica cosa non era stata calcolata. La sua allergia ai crostacei. Per non incorrere in un irrefrenabile prurito, gli spaghetti all'astice non trovarono sosta nel suo piatto. Mentre ogni tipologia di pane e derivati vennero divorati. La masticazione veniva solo interrotta da altri brindisi.


Per (s)fortuna era arrivato il momento del secondo. Ostriche limone e pepe. Ancora vivi i ricordi dell'ultima intossicazione, anche questo piatto veniva tristemente declinato. Altro giro di pane. Altri brindisi con prosecco soppiantato da champagne.


Tutto questo tra trombette fischiate nelle orecchie. Palloncini lanciati in testa. Litigi dei bambini. Sfoghi di frustrazione dal lato destro del tavolo, interamente al femminile e ancora brindisi da quello sinistro, la componente maschile.


Ingoiati tre fette di pandoro e due di panettone, mancava mezz'ora alla fatidica ora. Don Pérignon esaurito. Si ritornava in patria per accompagnare il dolce. Le bollicine comunque non mancavano. Nemmeno quelle che iniziavano ad annebbiare la vista.


Giungeva il countdown. A venti secondi dallo scadere subentrava il sospetto per qualche difficoltà nell'apertura della sua bottiglia. A dieci con il sudore alla fronte e le mani scivolose diventava una certezza. Alle 0.00 una realtà. Mentre procedevano gli scambi di baci tra i presenti e i botti all'esterno facevano tremare le finestre (e scendere le ultime lacrime rimaste ai bambini), lui rimaneva appartato con la sua bottiglia rigorosamente chiusa. 


Solo un tremendo attacco intestinale gli impedì di piangere. Sconsolato si guardò allo specchio presente in bagno. Per fortuna domani sarebbe stato un nuovo giorno. Anzi un nuovo anno.


Prosit.

2 commenti:

Unconventional Mom ha detto...

Tutta colpa dei boxer rossi!

Anonimo ha detto...

Momenti difficili da affrontare...In ogni caso auguri, auguri per un nuovo anno che porti salute e serenità a tutti!!!