mercoledì 4 maggio 2011

A domanda... nessuna risposta

Lo so capiterà anche oggi.


"Allora come va?", "La famiglia tutto bene?", "Quand'è stata l'ultima volta che è venuto a trovarci?", il tutto concluso dal quasi ironico "... mi raccomando... mi dica se sente male".


Saranno le 11 quando varcherò la porta che fa da spartiacque tra la sala d'aspetto e l'ambulatorio medico. Il tempo di stendermi sull'odiosa poltrona inclinabile, di arrotolarmi in un telo stile barbiere e farmi consegnare la salvietta per i presenti bisogni, che lui arriverà.


Dopo essersi tolto il guanto in lattice, mi stringerà la mano. Dopodiché avrà inizio il supplizio, accompagnato da una serie di domande. Domande alle quali difficilmente riuscirò a rispondere, dal momento che la mia bocca sarà alle prese con anestetico da una parte, aspiratore della saliva dall'altra e un alternarsi di trapani e arnesi non particolarmente invitanti.


Ma lui non demorderà. Addirittura spazientito dalla mia mancanza di risposte, incalzerà la dose. Arriverà a chiedermi del lavoro. Delle prossime vacanze e magari del tempo, che in mancanza di argomenti è sempre un buon jolly da giocare.


Ed io lì, con lo sguardo alla richiesta di una duplice pietà. La fine dell'intervento. La conclusione di un interrogatorio. 


Questo è quello che mi aspetta in questa mia giornata in uno studio dentistico, ma il bello arriverà alla fine. Rimesso i piedi a terra e libero da ogni ingombro potrò riprendere possesso della favella, dimenticandomi però di non avere ancora ripreso la piena sensibilità della bocca. Quindi cercherò di convincermi di non aver ricevuto un gancio destro da un pugile e che le labbra sono già ben posizionate sul medesimo asse.


E che qualcuno non mi venga a dire che devo pure sorridere. Me lo mangio. Anzi, meglio di no.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

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