Fondamentalmente non credo nella loro onestà intellettuale. La recensione di un libro, le forchette ad un ristorante, le stelline ad un film, mi sanno più da estrazioni del lotto (pilotate) che non di valutazioni oggettive.
Però c'è questa tendenza nel farsi condizionare da ciò che viene valutato. Condizionamento che aumenta ancor di più magari quando il critico in questione è qualcuno di autorevole. Un professionista che attraverso il suo giudizio può decisamente influenzare il mercato di un'opera, di un prodotto, di una località.
L'impressione è quella del teatrino delle mode. Si sostiene ciò che dovrà fare tendenza, ciò che dovrà vendere, che dovrà essere venduto, a prescindere che poi sia la qualità ad emergere o meno.
Questo forse fa parte di un aspetto un po' più ampio del problema. Una comunicazione in generale ostaggio o complice del più bravo venditore.
Comunque sia mi sono sempre posto l'interrogativo di chi dovesse criticare i critici. Ancor prima se fosse necessario farlo e sono giunto alla conclusione, che forse la cosa migliore sarebbe quella di dargli meno importanza. Meno forza. Ad esempio iniziando ad acquistare prodotti che non rientrano nelle prestigiose classifiche da essi redatte.
Magari in questo modo questo circolo vizioso si incepperebbe. Chissà. Non ci resta che provare.
3 commenti:
ora gli alberghi (trip advisor) danno la possibilità a chi prenota, a chi usufruisce del servizio di dare un parere e i prossimi utenti potranno vedere la valutazione non di un critico, ma di un altro "collega viaggiatore"
"Studia bene il violino, Alphonse. Se studi e hai talento
diventerai un grande musicista". "E se non lo faccio?". "Se non
studierai e prenderai molte stecche farai il critico musicale". (da
"L'amore fugge" di Francois Truffaut)
ciao Elena
Chiedere ad uno scrittore cosa pensa dei critici e' come chiedere
ad un lampione cosa pensa dei cani. (John Osborne) (Nicolas Boileau)
Elena
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