lunedì 6 giugno 2011

Non si vive di solo calcio

Due accadimenti. Un unico pensiero di rabbia.


Da un lato lo scandalo legato al calcio scommesse. Dall'altro ragazzi, speranze, impegno e sacrificio. 


Mentre i mezzi d'informazione dedicano ampio spazio ad un avvenimento più giudiziario che sportivo, assisto all'epilogo di un torneo di tennis per under 12 e 14. In questo duplice sussulto di sentimenti contrastanti, l'ennesima conferma.


Nonostante il torneo rappresenti una finale di un percorso durato diversi mesi, nonostante raccolga i migliori giovani talenti proveniente da tutta Italia, la presenza del pubblico è irrilevante, i mezzi a disposizione degli organizzatori sono alquanto limitati, l'esposizione mediatica data all'evento inesistente.


Un torneo di calcio organizzato dalla parrocchia di turno avrebbe goduto di più gente, di più mezzi e sicuramente di qualche sponsor economico. Questo non è solo perché il calcio rappresenta lo sport nazionale del nostro Paese, ma perché tutte le altre discipline sportive sono considerate minori, nel senso che non veicolano soldi.


E quindi mentre mi emoziono di fronte al gesto atletico in questo caso di un giovane tennista, mi schifo nel leggere che un giocatore di calcio "professionista"si vende una partita.


Il calcio è solo uno sport o almeno dovrebbe essere tale. Ma lo sport è anche metafora della vita, e mai più di oggi rappresenta come sta andando parte della nostra società.


Continuo a sperare nell'altra parte. Quella fatta di quei piccoli atleti che ho ammirato in questi giorni. Persone che mettono sul campo tutta la loro passione e capacità, all'inseguimento di una vittoria certo, ma ancor prima di un sogno. 

2 commenti:

filippo ha detto...

e meno male che non si vive di solo calcio..

Anonimo ha detto...

già il calcio e la corruzione come metafora della vita e specchio della nostra società...