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mercoledì 21 settembre 2011

Il gioco delle tre carte

Ad un certo punto della serata la sensazione era stata quella. Di trovarsi di fronte ad un gioco dove non era possibile vincere. O meglio si vinceva solo ed esclusivamente se lo decideva chi distribuiva le carte.


Tutto questo mentre mi facevo assalire dai dubbi. Dove il focus era sui problemi e le soluzioni apparivano un miraggio. L'idea c'era. Mancava il resto. Mancava la modalità per realizzarla. In che tempi. A che costi. Con quali strumenti e con quale ritorno.


Nello sconforto più totale, pronto a mollare e lasciar cadere nel cassetto dei rimpianti il progetto, ecco l'illuminazione. Perché non scambiare i ruoli? Perché non cambiare prospettiva di gioco? Perché invece di giocare non far giocare gli altri?


Ed ecco che man mano le carte passavano di mano, si andavano a delineare cose fino a quel momento ignorate. A fianco all'idea andavano a posizionarsi obiettivi, strategie, costi e tempi. Quello che fino a quel momento sembrava inavvicinabile, ora diventava raggiungibile.


Certo non era stato fatto ancora nulla. Però ora c'era una certezza. Si poteva vincere. Bastava giocarsi bene le proprie carte.

giovedì 30 giugno 2011

Ad una doppia velocità

Doppia è a dir poco. Forse è tripla o ancor di più. Sicuramente è un'altra velocità. La velocità di quelle persone che non guardano all'indice puntato, ma a cosa punta. Che di fronte ad un problema, non creano un simposio basato sulle lamentele, ma propongono delle soluzioni.


Apertura mentale, curiosità, lungimiranza e concretezza. Sono questi alcuni degli elementi che li contraddistinguono. Sono loro che si sono accorti che è finito il tempo dell'attesa. Sono loro i portatori sani di un pensiero creativo applicato. 


Naturalmente per chi è abituato a rapportarsi con iter di amministrazioni pubbliche o finti slanci di imprenditori camuffati, lo shock è notevole. Ma è proprio da questo spaesamento iniziale (che può cogliere i meno avvezzi), che può avvenire il vero cambiamento.


Se ci si accorgerà che questa velocità c'è, è presente, che ci sono già degli ottimi interpreti dello scenario economico, culturale e sociale saremo pronti per la risalita. Una risalita che non sarà semplice, ma che come una grande impresa sarà avvincente e stimolante.


Allacciate le cinture. Stiamo per premere sull'acceleratore.

mercoledì 15 dicembre 2010

Il Governo ideale

Immagino un luogo dove i più alti esponenti del sapere s'incontrano. Sono stati nominati da un popolo che in loro hanno visto l'eccellenza. Arrivano da estrazioni professionali e culturali diverse, ma hanno una capacità intellettiva fuori dal comune.


Dialogano e si confrontano tra loro sui temi più disparati. Sanità, economia, religione, ambiente, giustizia, istruzione e molto altro ancora. Su alcune problematiche specifiche, loro stessi convocano i maggiori esperti del campo. In questo modo riescono ad unire il pensiero alla pratica. Ad ogni problema trovano la migliore soluzione concretamente realizzabile.


Al termine di ogni incontro ringraziano la popolazione che gli ha nominati e ritornano a studiare, a fare ricerca, a lavorare e a vivere tra la gente. Questo perché sanno che è fondamentale per loro mantenersi aggiornati e anticipare le eventuali problematiche quotidiane stando a contatto con le altre persone. Inoltre sanno che per loro sarebbe impossibile dare le corrette indicazioni di governo di un paese, vivendo in una modalità diversa da quella dei loro concittadini.


Per loro è un onore poter far parte di un governo come questo. E' la massima onorificenza che possono ottenere. Possono mettere a disposizione di tutti le loro capacità. Anni e anni di lavoro e studio premiati in questo modo. Ridono con un po' imbarazzati quando leggono che molto tempo addietro venivano pagati i loro predecessori. Oggi sarebbe quasi un affronto pensare di ricevere qualunque forma di retribuzione da coloro che hanno avuto la lungimiranza di nominarli.


Questo è quello che immagino. Poi c'è quello che vedo, ma questo è meno interessante.

mercoledì 31 marzo 2010

C'è sempre una soluzione

Dicono che ci sia una soluzione ad ogni problema. Sarà vero?
Sono sempre più convinto di sì.

La difficoltà maggiore forse sta nel fatto in primis di capire bene di che problema si tratti, cosa facile da dirsi difficile da fare, visto che spesso il nostro eccessivo coinvolgimento non ci permette un'osservazione completa e dettagliata.

Poi capito in cosa consiste, analizzare tutte le soluzioni a disposizione. Occorre prendere in considerazione le diverse alternative. Fermarsi alla prima, ritenendola la più semplice ed immediata, potrebbe essere in taluni casi
controproducente. Non sempre la strada più breve è la migliore per raggiungere un traguardo.

Infine riuscire a togliersi
inconsce paure e liberarsi da eccessivi stereotipi mentali può essere di grande aiuto.

Prendete un bambino piccolo. Osservate come si pone di fronte a situazioni che potrebbero apparire di gigantesco impegno per lui. Guardate con che naturalezza riesce a districarsi. In teoria noi grandi dovremmo essere avvantaggiati dalla nostra esperienza, dalla nostra maturità, invece in certe circostanze ciò che dovrebbe aiutarci ci blocca.

Detto questo le alternative ora sono due. O apro una nuova rubrica sul blog, modello "Lettere al Direttore" dove mi inviate i vostri problemi e io con il mio savoir-faire vi porgo i miei consigli. Oppure se volete evitare questo supplizio iniziate a rivedere l'approccio che avete nei confronti dei problemi, senza la vergogna in certi casi di chiedere l'aiuto ad un amico o comunque ad una persona della quale potete fare affidamento.
L'orgoglio è un alleato dei problemi.