venerdì 2 settembre 2011

VENEZIA68 - UN CAST DA PSICOANALISI


“A Dangerous Method” si candida tra i protagonisti di Venezia68



<<… tutti i miei attori avrebbero necessità di sottoporsi alla psicoanalisi…>>, esordisce così David Cronenberg parlando di “A Dangerous Method”, la sua ultima fatica cinematografica, che si annuncia come uno dei successi di questa 68. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Forse il biglietto da visita migliore per festeggiare, caso vuole, proprio i sessantottanni dell’acclamato regista.

Se è vero che per fare gli attori occorre un pò di pazzia, come conferma Keira Knightley, una delle protagonista femminili, è senz’altro vero che in una pellicola  come questa dove Freud è l’elemento portante, forse qualcosa in più di un pizzico è stato necessario al cast per interpretare personaggi leggendari.

Ed è proprio sulla difficoltà di realizzare un film in costume, che si sofferma Cronenberg – <<… è necessario che gli attori facciano una trasposizione mentale… non è solo un esercizio accademico, ma occorre impostare il cervello, il pensiero  in una modalità diversa… fare un film su un personaggio come Alessandro Magno sarebbe alquanto difficile, perché risulterebbe un alieno rispetto alla nostra attuale forma mentis>>.

A testimonianza di quanto sia stato impegnativo per gli attori immedesimarsi in un’epoca così lontana, l’Austria antecedente il primo conflitto mondiale, Michael Fassbender parla ironicamente di come proprio David Cronenberg sia stato il loro personale Freud.

Ma è Viggo Mortensen a dare un segno d’indiscutibile lucida follia. Si presenta in sala stampa con un peluche, che naturalmente richiama la curiosità nei presenti. Alla domanda di cosa rappresenti risponde sorridendo <<… a dire il vero non lo so… mi è stato regalato da una fun e mi piaceva…. è rosso e nero come i colori della squadra di calcio argentina del San Lorenzo… è sufficiente questo?>>.

Sufficiente non lo è, ma lascia piacevolmente intravedere quanto di irrazionale ci sia nel mestiere di fare l’attore.

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