giovedì 1 settembre 2011

VENEZIA68 - UN LEGAME INDISSOLUBILE


I protagonisti di Carnage e W.E. s’inchinano davanti a Roman Polanski e Madonna



Non è possibile paragonarli. Erroneo il confronto. Da un lato “il Regista”, dall’altro colei che si cimenta con una forma d’arte diversa dalla sua. Soggetti lontani. Apparentemente lontani.

Eppure c’è un forte elemento che li accomuna: il rapporto con gli attori.

Incredulità prima ed entusiasmo subito dopo nel ricevere la telefonata da Roman Polasksy <<Sono andato subito in ansia… non sapevo se ero all’altezza dei miei colleghi, ma soprattutto ero euforico per poter essere diretto da un regista come lui…>> dice John C. Reilly, uno dei protagonisti di Carnage.

<<… esperienza commovente… una regista preparatissima… >> dice Andrea Riseborough, riferendosi a Madonna.

Sembra quasi che gli attori, tutti gli attori star comprese, abbiano un senso di devozione, di amore incondizionato verso coloro che li ha diretti sul set. Tutto ciò assume un valore ancora più amplificato, se gli apprezzamenti vengono rivolti ad una regista che è alla sua prima esperienza.

Comunque sia c’è una forma di devozione intrisa di un forte legame che s’instaura tra chi recita e chi dirige il film. E’ come se i protagonisti annullassero le loro spigolature caratteriali per mettersi completamente a disposizione di un’importante guida di riferimento.

Il valore di un’artista forse va al di là di quello che uno spettatore può cogliere guardando una pellicola. O meglio l’interpretazione di un attore dovrebbe essere quantificata anche sulla base di quanto il regista abbia saputo incidere sull’interpretazione.

Fare il regista, non è solo stare dietro la camera da presa. Fare il regista è entrare nella mente e nel cuore dei protagonisti. Roman Polasky e Madonna, con le dovute differenze, sembrano esserci riusciti.

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