lunedì 2 aprile 2012

Le città di mare

E' ascoltandolo che ti accorgi del suo respiro. Guardandolo ne ammiri l'infinità. Anche solo immergendovi una mano, la sensazione è quella che mai più ne potrai fare a meno. E' il mare. Quel mare che convive in alcune città. Rendendole diverse. Uniche. Quel mare che con le sue acque influenza i suoi abitanti. Dispensa pensieri. Distribuisce riflessioni. In alcuni casi arriva a fornire risposte, anche se sono sempre di più gli interrogativi posti.


Chi è nato in una città di mare non se ne può allontanare. Chi ci si è trovato a vivere, ringrazia ancora quel giorno per il felice incontro. Chi l'ha dovuto abbandonare, ne porta ancora un malinconico ricordo.


Nemmeno le stagioni ne possono placare il fascino. Anzi ne amplificano le virtù. La vitalità del caldo. La poesia del freddo. Elementi differenti che si alternano. Si intrecciano tra loro, fino a contagiare l'espressività naturale delle persone. Rimarcando le gioie. Sottolineando le tristezze. 


Comunque sia è nel movimento delle sue acque, in quei passaggi dalla tranquillità al movimento energico e viceversa, è proprio in questi passaggi, che il mare sembra assumere delle vere e proprie sembianze umane. O l'uomo assomigliare a lui.

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