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mercoledì 24 marzo 2010

Figurati... noialtri - Parte seconda

Vai alla prima parte

Guarda qua è mezzogiorno e tutti quelli che contano in questo paese sono qui in piazza. Il sindaco davanti al negozio della Iole che parla con il “traffichino” del mediatore di Giovanni. Don Luigi in bicicletta che è appena stato, vista la pedalata lenta, a portare l’estrema unzione a qualcuno e davanti al bar di Cencio, il geometra Merlin proprio con il farmacista. Speriamo che non mi veda altrimenti inizia a farmi l’interrogatorio sull’abito del figlio. Certo che quella volta che mio padre mi ha chiesto di scegliere se fare il sarto o il barbiere, vista la mia poca inclinazione ai lavori della campagna, potevo scegliere il barbiere.

Prendiamo Piero, con la sua piccola bottega non ha nessuna preoccupazione. Gli basta la pazienza di ascoltare le conversazioni dei suoi vari clienti e dopo basta. Un taglio di capelli, una barba, quattro parole e ha fatto giornata. E dopo è anche sempre informato su tutti gli ultimi sviluppi. La settimana scorsa è stato il primo a dare la notizia che Marietto aveva le corna, dopo che era passato in negozio da lui quel foresto che mentre aspettava il suo turno, non è riuscito a trattenere il suo entusiasmo per la notte di passione trascorsa con la Carla. Che disastro dopo cinque minuti che era uscito dal negozio, tutti sapevano dell’accaduto. Tutti, tranne naturalmente il Marietto, che ancora va in giro a testa alta a consegnare la posta in paese.


“Cencio un cinzanino con l’oliva che dopo devo tornare subito al lavoro!”

“Al lavoro Vittorio… non sapevo che nel tuo dizionario esistesse questa parola”

“Sì sì prendi pure in giro, vedrai come ti confeziono la prossima camicia che mi chiedi”.

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Ore 20 in punto et voilà, l’abito è terminato. Ancora una volta la premiata ditta Vittorio e Bepi è riuscita nella sua missione e devo dire che è veramente ben fatto. Peccato che lo metterà solo una volta. Un abito così meriterebbe qualche apparizione in più.

Bene e ora che abbia pure inizio la serata. La Mina ci aspetta... forse.

Domani la terza ed ultima parte del racconto

martedì 23 marzo 2010

Figurati... noialtri - Parte prima

Leggi il prologo


Anche stavolta ho fatto l’alba. Speriamo di non incontrare la zia che va alla prima messa del mattino. Farei fatica trovare una scusa.

D’altronde non è mica colpa mia se le ore della notte volano. Dicono che sono tutte di sessanta minuti, ma io mantengo i miei forti dubbi. Quel giorno che i grandi scienziati scopriranno che non è così, io potrò dire che già lo sapevo.

Certo che quando Caio ha detto facciamo due chiacchiere ed erano già le tre, dovevo capire che saremmo andati per le lunghe. Non solo perché Caio, quando ci sono queste giornate di nebbia tartaglia ancor di più, ma perché lui è nato per raccontare storie. Nonostante le sue pause, le sue lettere che stentano ad uscire, riesce a catalizzare tutti noi. Eravamo in sette ad ascoltarlo nel retrobottega del bar da Cencio, che ormai aveva tirato giù le serrande da un paio d’ore. Tutti lì come dei bambini che ascoltano le favole prima di andare a letto, o forse meglio dire come dei cretini, visto che tra un’ora mia madre mi ricorderà che devo alzarmi per lavorare.

Però quando si è messo a parlare di questa Mina, promettendoci che stasera non solo ci porterà a sentirla, ma pure ce la presenterà, ha esagerato come al suo solito. Con i soldi che abbiamo in tasca al massimo facciamo una colletta per fare entrare uno di noi al ballo. E poi figurati se la Mina rivolge lo sguardo a noialtri.

Vabbé intanto vediamo di coricarci almeno un’ora, alla Mina ci penseremo stasera.

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Non riesco a mettere a fuoco le misure. E’ la terza volta che sistemo il metro per vedere se la lunghezza della gamba destra è uguale a quella della sinistra, ma questo mi scivola via e poi mi si chiudono continuamente gli occhi. Devo andare a bere un altro caffé anche se vista l’ora sarebbe più adatto un cinzanino.

“Bepi se passa il figlio del farmacista per il vestito del matrimonio, digli che ripassi verso sera, che almeno guadagniamo un altro po’ di tempo” – Per fortuna posso contare su Giuseppe, che a differenza mia, arriva puntuale in sartoria e poi con la sua precisione e pignoleria riesce a tirarmi fuori dalle situazioni difficili come questa. E’ che mi manca il senso dell’organizzazione. A chi mi chiede un abito faccio fatica a dirgli di no, però dopo mi ritrovo a fare le corse per delle consegne inderogabili. Chi glielo dice al farmacista che l’abito del figlio non è pronto per la cerimonia di domani? Meglio che prenda veramente un cinzanino, il caffé potrebbe agitarmi troppo.


Continua domani